07/09/2008

PENSO, DUNQUE SUONO


2008_09_07_205
Testa. Cuore. Corpo. Ma anche una fetta di torta al cioccolato, una vasca in piscina, una bicicletta appesa ad un albero, un monolocale senza pianoforte e una strega capricciosa e invadente. Giovanni Allevi il pianista, il filosofo, il compositore, l'uomo, il sognatore, il musicista da 'tutto esaurito' si racconta in un incontro a quattro mani con Federico Taddia.



L'evento 205 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente il suo svolgimento era previsto presso il Chiostro del Museo Diocesano alle ore 15:00.
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A scorrere le pagine del libro "La musica in testa", ci si accorge subito della levità e dell'ottimismo di un giovane ragazzo di 39 anni, che vede il mondo «come conseguenza e proiezione di un sogno, un disegno ideale, di una visione concepita nel nostro intimo». Allevi prende posizioni, difende i sogni, «le persone che inseguono un sogno, non stan realizzando solo i propri interessi, ma stan facendo il bene di tutti!». Difende le emozioni contrapposte alla ragione, quella ragione che ha dominato il Novecento, secolo più violento della storia. Secolo in cui la ragione detta differenza e pretende di conoscere ciò che in realtà è mistero. Parla di di una nuova era, il nostro tempo, e di come sia l'Era dell'emozione. L'era in cui l'individuo trova rifugio nella sua parte più pura e profonda, magma misterioso da cui sgorgano le aspirazioni. Era in cui si parla il linguaggio della poesia, e dell'arte. Un'epoca in cui vi è un mondo nel quale si è capovolto tutto, in cui, a dire di Allevi, sono i giovani ad insegnare agli adulti la purezza delle emozioni, citando i poeti nei loro blog. Riportando i 'grandi' al senso dello stupore. La poesia dei giovani, la loro capacità di sognare, così come continua a fare Giovanni Allevi, faranno del nostro tempo un nuovo Rinascimento. A dispetto delle mille brutture del mondo contemporaneo, basta soltanto guardare con altri occhi. Vederne il lato bello dipende soltanto dalle domande che sappiamo e sapremo porgli. Perché spesso ciò che si vede è solo specchio di ciò che si ha in testa! La musica, la poesia, l'arte in genere, alzano il velo dalla quotidianità, e ridanno la capacità di stupirsi ed emozionarsi, la capacità di restare incantati a guardare le cose... Ed in Allevi, la «strega capricciosa» che non l'abbandona mai, «l'amante che non l'ama teneramente, che monopolizza la sua mente , e che ha sempre la prima e l'ultima parola», è la sua musica, la voglia di scrivere i propri pensieri. Perché la storia gira, gira su se stessa, ma sempre in maniera diversa.

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