13/09/2009

GESTI IN CODICE
. Il loro significato nel Medioevo (in particolare nella pittura di Giotto)


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«Il mio metodo nell'occuparmi di storia - scrive la Frugoni - è sempre stato quello di unire testi e immagini, considerandoli fonti di pari dignità». Chiara Frugoni ha insegnato Storia medievale nelle università di Pisa e Roma II. Autrice di studi capitali sulla figura di San Francesco d'Assisi, confluiti nei volumi "Francesco e l'invenzione delle stimmate" (1993) e "Vita di un uomo: Francesco d'Assisi" (1995), la medievista guarda ai classici della pittura e dell'iconografia medievale, cercando di decodificare i gesti e le allegorie che caratterizzano imponenti narrazioni visive come la Cappella degli Scrovegni.

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Italiano
Dal polso premuto sul petto allo scettro di giustizia, Chiara Frugoni guida il pubblico di Festivaletteratura alla scoperta del significato dei gesti nelle miniature medievali. A quel tempo, infatti, era il linguaggio del corpo, e non lo sguardo, a comunicare sentimenti e stati d'animo: il volto rimaneva spesso impassibile nelle raffigurazioni. L'incontro si svolge all'insegna dell'indagine storica sul secolo XIII: l'alfabetizzazione era molto più diffusa di quanto il luogo comune del «medioevo buio ed ignorante» faccia credere. La chiesa traeva, infatti, un enorme vantaggio dal fatto che la gente sapesse leggere, destinando fondi per la decorazione di basiliche e affreschi con scritte di ammonimento (come quelle presenti al Camposanto di Pisa nel celeberrimo "Trionfo della morte") o utili ad integrare il senso della raffigurazione. L'autrice lascia poi largo spazio alle domande del pubblico, regalando informazioni preziose sui suoi libri e sulle sue ricerche. In conclusione, l'Italia, ricca di edifici e raffigurazioni risalenti alle varie fasi del Medioevo, è un terreno di indagine perfetto per studiare il senso nascosto e profondo dei gesti del corpo.

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