09.09.2010

LA GENERAZIONE SENZA STORIE

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«Qui da noi, ognuno è una storia, una storia che nessuno vuole raccontare e nessuno vuole ascoltare». Lizzie Doron dà voce alla generazione figlia delle vittime della Shoah, sottolineando il desiderio di sapere e in qualche modo condividere e nello stesso tempo la difficoltà di raccontare e di preservare le generazioni più giovani da una sofferenza inimmaginabile. Delle sue storie parla con una lettrice di grande sensibilità come Lella Costa. 

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La Shoah, le relative dolorose esperienze a livello familiare e la difficoltà di narrarle. La scrittrice israeliana Lizzie Doron ha commosso, nel pomeriggio di giovedì, il pubblico del Festivaletteratura accorso al Teatro Ariston per ascoltare la testimonianza di colei che è diventata la voce della generazione figlia delle vittime dell'Olocausto. Lella Costa, con grande sensibilità e passione, ha invece letto alcuni passi del libro della Doron dal titolo "C'era una volta una famiglia", ovvero l'intima ricostruzione delle vicende familiari e della storia della madre, sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti, che, racconta, «dopo che era morta nella seconda guerra mondiale, da sola mi ha cresciuta in Israele, dove è morta per la seconda volta». Lizzie Doron si è poi soffermata sull'importanza dell'incontro fra lettore e scrittore: «Scrivere per me è in realtà un pretesto per conoscere le persone, per parlare con loro di anime e di dolore. Oggi infatti riesco a comprendere i silenzi, i ricordi e gli incubi dei miei genitori, ma la mia resterà sempre un'anima scissa di bambina in cerca di un'infanzia migliore. Ho iniziato a scrivere quando mia figlia di 14 anni mi ha chiesto di raccontarle la storia della nostra famiglia per un progetto scolastico, ma solo a quel punto ho realizzato che non avevo documenti né testimonianze, praticamente nulla che riguardasse la mia famiglia: all'inizio non avevo idea che questa storia sarebbe divenuta un libro e quindi di dominio pubblico». Altro nodo con cui l'autrice ha dovuto fare i conti è stato il rapporto madre-figlia: «È un tipo di rapporto molto complicato, almeno nel mio caso, che ho vissuto sia come madre che come figlia. Con mia madre ho avuto infatti un rapporto molto conflittuale quando era viva e da morta anche peggio». Infine, dal pubblico, è stata rivolta alla Doron una domanda sull'attuale situazione politica del Medio Oriente: «Non sono sicura che una soluzione al problema della convivenza tra Israele e Palestina sia realmente possibile. Voi ne fate una questione politica, ma vi sono altri fattori più importanti in gioco, come conflitti tra religioni diverse e tra stili di vita occidentale e di tipo tradizionalista. A volte penso che israeliani e palestinesi siano destinati a litigare per sempre».

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