11/09/2010

CORPI SENZA VERGOGNA


2010_09_11_134
In un mondo come il nostro dominato dall'immagine tutto è costantemente esibito. Questo imperio del visibile sta operando un profondo mutamento di cui a fatica riusciamo a definire i confini e che tocca la coscienza di sé, la dimensione delle relazioni, la pulsione del desiderio, il controllo sociale. La vergogna, che ci porta istintivamente a sottrarci allo sguardo dell'altro, si riduce a sentimento 'amorale' legato al fallimento della propria esibizione. Il corpo che viene mostrato non ha più nulla di liberatorio, ma al contrario è un ideale che poco ha a che vedere con la nostra natura incarnata e che diventa uno strumento di alienazione. Marco Belpoliti ("Senza vergogna") e Michela Marzano ("Sii bella e stai zitta"; "Straniero nel corpo") ne discutono con il filosofo Mario Porro.


L'evento 134 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente il suo svolgimento era previsto presso il Conservatorio di musica Campiani.
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Italiano
«Il corpo oggi è al potere e contemporaneamente è scomparso».
Inizia così, durante la mattinata del penultimo giorno di Festivaletteratura nella cornice del Chiostro del Museo Diocesano, il dibattito tra Michela Marzano e Marco Belpoliti, coordinati da Mario Porro attorno al tema del corpo e della sua rappresentazione nella contemporaneità. Belpoliti con quest'affermazione ricorda Pier Paolo Pasolini e le sue fotografie scattate da Pedriali nel 1971, in cui appariva nudo nella casa di Chia, nel viterbese: quel corpo era l'immagine dell'immagine del grande intellettuale prematuramente scomparso, paradigma dell'oggi ed eredità paradossalmente precoce.
Il corpo è infatti odiernamente dominato dal dualismo mente-materia, stereotipato, controllato o meglio «gestito» in un'epoca in cui è tuttavia forte il concetto di autonomia; esso è dunque costantemente oscillante, dominato da un'ambivalenza lacerante.
Non ultimo ma particolarmente importante risulta essere l'interesse rivolto alla pornografia sul quale i due autori s'incontrano; diceva Roland Barthes: «Il sesso in Occidente è dappertutto ma non è più da nessuna parte», e infatti ciò si estende sia alla disumanizzazione del corpo e alla riduzione dell'altro ad oggetto che questo tema rappresenta, sia all'uso del linguaggio per zittire l'altro. Bisogna ripartire da qui, rendere il linguaggio di nuovo argomentativo, decostruire ed andare oltre. Conclude Marzano: «Non è soltanto una battaglia intellettuale ma è anche politica».

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