11/09/2010
Mariella Bettarini con Nella Roveri
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Mariella Bettarini dagli anni '60 affianca all'intenso lavoro critico non solo la produzione poetica, ma anche l'attività editoriale, con le riviste "Salvo Imprevisti" e "l'Area di Broca" e con le edizioni "Gazebo", curate con Gabriella Maleti. Della produzione poetica è documento la preziosa antologia "A parole - in immagini" del 2008, che sceglie dalle numerose e ormai introvabili raccolte i testi più significativi a partire dal 1963. Fin dalle prime prove, la sua voce si è distinta per l'impegno civile, il coraggio e la consapevolezza del ruolo morale della parola poetica. Passione, irruenza e urgenza sono state sorvegliate e filtrate dalla sapienza compositiva, dal controllo del verso e della parola, con una ironia a tratti pungente, acuta e tuttavia leggera. La incontra Nella Roveri.
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Italiano
Mariella Bettarini, fiorentina ma intimamente legata alla città di Prato, è una figura di grande rilievo nel panorama culturale italiano, e nel corso della sua carriera cinquantennale si è dedicata alla scrittura poetica e saggistica, al genere della poesia/racconto, alla traduzione ed all'attività di insegnante. Nel 1980 formula tre domande sul tema della poesia e le pone a 33 scrittori e poeti dell'epoca; ora, trent'anni dopo, Nella Roveri gliele ripropone. Che cosa resta del mestiere di poeta? C'è un rapporto tra biografia e scrittura? Il testo basta a se stesso o bisogna conoscere anche la persona? La Bettarini risponde con passione, ammette che essere poeta regala moltissimo a livello personale ma nulla a quello sociale, che la scrittura poetica è fatica e non bisogna aspettarsi nessun riconoscimento, è «premio a se stessi», e riguardo all'ultimo quesito risponde che lo scrittore, per non «caderci dal cuore», dev'essere coerente alla sua arte. L'incontro si conclude quindi con la lettura di una gamma di poesie dell'autrice toscana, diverse per temi ma unite da sensibilità ed estrema abilità linguistica.