11/09/2010

CAPOLINEA LAMPEDUSA
. La storia mai raccontata dietro lo stop agli sbarchi


2010_09_11_180
L'Italia non ha mai fatto i conti con il suo passato coloniale. Anzi. Fabrizio Gatti, inviato de "l'Espresso" ed autore di "Bilal", torna nelle terre d'Africa sulle rotte dei profughi, e mostra in due video-reportage che i giochi - sporchi - con le nostre ex-colonie sono tutt'ora aperti. In "L'amico Isaias" si portano alla luce gli ambigui rapporti tra l'Italia e l'Eritrea del dittatore Isaias Afeweki. In "Sulla via di Agadez" il traffico dell'immigrazione si lega a quello ancor più lucroso dell'uranio, nel quale, in mezzo a Francia e Libia, anche l'Italia gioca la sua parte. Alla proiezione dei filmati Gatti alterna le proprie testimonianze dirette, dialogando con il pubblico insieme a Simonetta Bitasi.

English version not available
Italiano
Fabrizio Gatti vorrebbe quasi schivare il lungo applauso d'apertura dedicatogli dal pubblico di Festivaletteratura nelle sale del Seminario Vescovile e, addirittura, dall'esterno dell'edificio, dove in molti hanno seguito l'intervento grazie agli altoparlanti. Per ricambiare il calore subito dimostrato dalla platea c'è una piccola variazione di programma: verrà proposto solo uno dei documentari girati dallo stesso giornalista de "L'espresso", per lasciare poi spazio al dialogo con gli ascoltatori.
In sala si spengono così le luci, perché risalti quella gettata da Gatti su vicende semplicemente e, di conseguenza, tragicamente sconosciute all'opinione pubblica: "L'amico Isaias", in una quarantina di minuti, porta gli spettatori lungo una delle rotte dei migranti africani e, in particolare, in quell'Eritrea del dittatore Isaias Afeweki, amico, appunto, del nostro Paese.
Una a una vengono destituite di fondamento le parole di una classe dirigente, che ha costruito rapporti di cooperazione economica, spesso a tinte fosche, sulle spalle di invisibili nuovi schiavi.
Gatti cerca così uno sforzo di complicità, opposto a quello insito nell'indifferenza: non volgere lo sguardo altrove, opporsi se altri uomini e donne sono confinati nella condizione di ombre.

1Luoghi collegati

2Rassegne e temi correlati