Gatti, Fabrizio
Nato nel 1966, Fabrizio Gatti ha iniziato a lavorare come giornalista al Corriere della Sera e dal 2004 è uno dei reporter di punta del settimanale L'Espresso. Si occupa di criminalità italiana e internazionale ed è stato inviato in Moldavia, Romania, Albania, Egitto, Marocco e Venezuela. Ha ripercorso in prima persona i viaggi delle vittime della prostituzione, del lavoro nero e dell'immigrazione clandestina. Nel 1998 ha vissuto in una baraccopoli alla periferia di Milano e sempre a Milano, nel 2000, si è fatto rinchiudere con il falso nome di Roman Ladu nel centro di detenzione per stranieri di via Corelli. Dall'esperienza è nato per il Corriere il reportage Io, clandestino per un giorno. Celebri anche le sue inchieste sul trattamento subito dai rifugiati kossovari che cercavano di varcare il confine svizzero e sulle condizioni di vita nei centri di permanenza temporanea di Lampedusa. Nel 2007, grazie al servizio sui lavoratori immigrati impiegati nella raccolta dei pomodori (Io, schiavo in Puglia), ha ricevuto a Bruxelles il Premio Giornalistico dell'Unione Europea. Nel 2008 si è aggiudicato il Premio Letterario Internazionale Tiziano Terzani per il libro Bilal, nato da un reportage lungo la tratta sahariana delle nuove migrazioni verso il Nord Africa, da cui è anche stato tratto uno spettacolo teatrale. Con Gli anni della peste (2013) è tornato a occuparsi di criminalità organizzata, raccontandone il volto più comune e quotidiano. Nel 2019 ha pubblicato il romanzo d'inchiesta Educazione americana.