12/09/2010
SPAESARE IL PENSIERO . Come la Cina trasforma la filosofia
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Se tra l'"I-Ching" e la "Metafisica" di Aristotele non sussiste alcun legame di parentela, ciò non giustifica il fatto che Oriente e Occidente continuino a ignorare i propri testi fondativi. L'opera del filosofo e sinologo François Jullien ("Le trasformazioni silenziose", "L'azione efficace"), sotto questo profilo, testimonia un ragguardevole sforzo interpretativo, atto a perlustrare i pregi e le differenze di due grandiosi sistemi di pensiero, non più leggibili né secondo un modello che concepisce le culture come scatole chiuse, né secondo un giudizio di valore che ribadisce la presunta superiorità di una tradizione a scapito dell'altra. In un avvincente viaggio tra differenti visioni del mondo, Jullien dialoga insieme al filosofo Marcello Ghilardi.
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Italiano
14.30, Chiesa San Maurizio. Marcello Ghilardi presenta il filosofo e sinologo francese François Jullien che presenta il suo ultimo libro fresco di traduzione italiana "Spaesare il pensiero". La tradizione del pensiero occidentale ha pensato l'essere, e tutto quel che ne deriva, in termini di definizione e determinazione. Sono, per esempio, le idee di Platone che restando fisse spiegano tutte le cose immanenti. Oppure in termini di opposti, come per esempio il moto e la stasi. Ma cosa permette di passare dall'uno all'altro. Come si passa dalle idee alle cose o dal movimento alla pausa? C'è un buco del pensiero, qualcosa che è fuori dalle determinazioni e che abita una zona scoperta. Il pensiero cinese ha invece a che fare con la transizione e l'indistinto. Allora la modificazione è la transizione grazie alla quale la continuità può continuare. Moto e stasi fanno parte di un'unica danza della materia. La continuazione è un indistinto in perpetua modificazione, e quando le cose cambiano allora lo fanno globalmente e senza inizio né fine. Si chiamano trasformazioni silenziose ed è come invecchiare. Non inizia e non finisce ma è una trasformazione che comprende una globalità. Spaesare il pensiero è allora un modo di prendere dalla Cina qualche cosa di originario e originale. Cosa rara nell'universo dei gadget di bassa qualità e dei falsi originali made in china.