11/09/2011

NON È ANCORA TROPPO TARDI! L'eredità, la storia e le storie di Alberto Manzi

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Chi non ha visto o sentito parlare della trasmissione televisiva "Non è mai troppo tardi" che, dal 1959 al 1968, ha insegnato a scrivere e a leggere ad almeno un milione di italiani? Tutti ricordano e conoscono il suo protagonista: il maestro Manzi. O credono di conoscerlo. In realtà Alberto Manzi, maestro per quasi 40 anni nella scuola, oltre che in carcere o tra indios e campesinos analfabeti del Sud America, nonché scrittore di grande successo, in particolare di libri per bambini e ragazzi, è rimasto 'nascosto' dalla grande notorietà della sua prima trasmissione televisiva. Accompagnata da Federico Taddia, Sonia Manzi ripercorre la vita del marito, andando alla scoperta di alcuni degli aneddoti che hanno fatto di Alberto Manzi un uomo e un maestro rivoluzionario, coraggioso e modesto.

L'evento 267 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente il suo svolgimento era previsto presso la Chiesa di Santa Maria della Vittoria.
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Italiano
Un'opera pedagogica importantissima per il nostro paese, condotta attraverso il tubo catodico. L'eredità di Alberto Manzi, conduttore della trasmissione "Non è mai troppo tardi" (che dal 1959 al 1968 ha insegnato a scrivere a circa un milione di italiani) rappresenta ancora oggi un esempio della tv di qualità e di divulgazione culturale. La figura di Manzi, maestro per 40 anni nel mondo della scuola, è stata ricordata oggi pomeriggio nel corso dell'incontro a lui dedicato all'Aula Magna dell'Università: protagonisti dell'omaggio alla figura di Manz la moglie Sonia e Federico Taddia, attualmente conduttore radiofonico ma in passato mattatore televisivo di alcune fortunate e apprezzare trasmissioni per bambini. E proprio ai più piccoli Manzi ha dedicato gran parte della propria vita oltre che numerosi libri. Un maestro coraggioso e rivoluzionario, che ha anticipato e sperimentato vie della pedagogia tutt'oggi valido: un vero e proprio intellettuale novecentesco a 360°gradi. E l'amore è stato il vero filo rosso che lega l'opera e la vita dello stesso Manzi: amore per i suoi bambini, per le sue idee, per il lavoro che faceva e che gli dava grandi soddisfazioni. Un'iperattività, figlia della passione per la pedagogia, rappresentava dunque il vero afflato di vita di Manzi, la cui trasmissione rimane un faro per qualunque programma analogo dedicato ai più piccoli.

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