07/09/2012
TRADIZIONI E NEUROSCIENZA DI FRONTE AL MISTERO DEI SOGNI
2012_09_07_075
Secondo il Talmud, un sogno che non viene spiegato è come una lettera non letta. è solo nella sua interpretazione che il sogno può realizzarsi, offrire un'indicazione per superare un momento difficile dell'esistenza: non a caso molte delle tradizioni sapienziali conferiscono al sogno un potere divinatorio. A manifestarsi nel sonno profondo è una divinità per le culture dell'antico Egitto e della Mesopotamia; l'io originario, istintuale e biologico, secondo le ultime ricerche delle neuroscienze. Tobie Nathan, autore di Principi di etnopsicoanalisi e del recente Una nuova interpretazione dei sogni, propone una nuova via di accesso alla più misteriosa delle attività umane partendo da Freud e stabilendo una convergenza tra le ricerche più avanzate della neurofisiologia e le credenze degli antichi. Dialoga con lui la psichiatra Cristina Faccincani (Alle radici del simbolico).
L'evento 075 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente il suo svolgimento era previsto presso Casa del Mantegna.
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Una nuova interpretazione dei sogni: questa la proposta, certamente provocatoria, del dottor Tobie Nathan, e anche il titolo del suo romanzo. Dovremmo lasciar da parte i dettami della psicanalisi classica,le obsolete teorie freudiane e abbracciare nuove ipotesi, (per Nathan certezze) misteriche e affascinanti, riunite in un crogiuolo di miti e tradizioni, che spaziano tra sciamanesimo, arti divinatorie, neurofisiologia e psicanalisi. Ci si chiede a questo punto quale sia la funzione dei sogni. Da un punto di vista prettamente scientifico potremmo dire che hanno una funzione ristoratrice. Il patrimonio neurologico che ci appartiene infatti, rimane complessivamente invariato nel corso della nostra vita. Non si rigenera come le altre cellule, così il sonno, e più in particolare il sogno contribuisce a salvaguardare l'unità psichica di ogni individuo.
Ma la teoria di Nathan va oltre. È chiaro a tutti come durante il sonno riusciamo ad elaborare concetti nuovi a partire da informazioni acquisite precedentemente, come se scomponessimo e ricomponessimo i pezzettini di un grande puzzle. Per trasformare il materiale elaborato durante il sonno in qualcosa di concreto, dobbiamo riferirlo a qualcun altro, che dovrà interpretarlo. È piuttosto comune il desiderio di esternare le nostre sensazioni riguardo ad un sogno particolare, per questo - scherza il professore - è probabile che il mestiere più antico del mondo sia proprio l'interprete di sogni. Ciò che ci spinge maggiormente a parlare del contenuto dei sogni, è una contraddizione insita nella loro stessa natura. Sono qualcosa di nostro ma che viviamo da spettatori, dall'esterno. Se ci riflettiamo, è molto raro sognare noi stessi. È come se guardassimo un film: così da una dimensione prettamente interiore, siamo obbligati a passare ad una dimensione esteriore, che porta al contatto diretto con altri esseri umani. I sogni ci mostrano cose delle persone che da svegli non vedremmo mai; cambiano la nostra visione del mondo. Se in un sogno mi capitasse di baciare la mia segretaria - dice Nathan - il giorno seguente la guarderei con occhi diversi. Non sarebbe più la stessa per me. Un sogno è uno strumento potentissimo, che nelle mani di un interprete sapiente, permette di leggere il destino del sognatore. Attenzione però, con la parola destino non si fa riferimento al fato. In francese 'destinée' indica piuttosto come gli eventi personali si dispongono nel flusso del tempo. Insomma, i sogni non sono una forma di rilettura di esperienze passate tramite categorie o schemi predefiniti, ma un qualcosa che ci permette di aprire una finestra sul futuro. Da questo punto di vista, il confine tra (perdonate il gioco di parole) sogno e realtà, appare molto sottile, come quello tra scienza e antiche tradizioni mistiche. Sta a noi scegliere se insegure o no i nostri sogni.