07/09/2012

David Fauquemberg con Patrizio Roversi

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«Viviamo in un'epoca caratterizzata dai momenti singoli, con la singola azione che rende famosi. L'idea greca dà l'indicazione morale di tenere in sospeso il giudizio fino alla fine. Un eroe non si può giudicare se non alla fine di un percorso»: come succede ai due protagonisti di Mal Tiempo, il romanzo di David Fauquemberg che mette sulla stessa strada un ex pugile convertito al giornalismo e un giovane talentuoso ma nato forse nel paese sbagliato. Dello sport come metafora della vita, lo scrittore francese parla con Patrizio Roversi.
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Francese
Citando Cervantes e il prologo di Don Chisciotte, quello in cui l'autore si scusa per lo stile semplice e la narrazione esile, lo scrittore francese David Fauquember esordisce incalzato da Patrizio Roversi e spiega come l'arte delle scrittura sia in realtà un mestiere artigianale più che intellettuale, la capacità delle parole di far sentire ciò che non viene detto affatto. 
Se la materia che si utilizza per un romanzo assume necessariamente una connotazione metaforica, il racconto diventa allora un modo indiretto e laterale - ma forse più vero - di rappresentare il mondo. In una Cuba permeata da un senso di ribellione, che ben conosce il servilismo dei burocrati e la corruzione della politica, Yoangel Corto è un giovane prodigio, un colosso della boxe, il campione dei campioni. Rumoroso, veloce e impulsivo, proprio come lo stile del di "Mal Tiempo", Yoangel è mosso da una furia le cui cause sembrano esterne al racconto, dovute a chissà quale episodio, esperienza, sofferenza. Con l'occhio attento e curioso del viaggiatore - Fauquemberg è infatti anche giornalista, traduttore e curatore di alcune guide turistiche - lo scrittore francese narra dell'incontro di  Yoangel con la voce narrante, un pugile forse ancora giovane ma ormai deciso ad appendere i guantoni al chiodo, convinto dal maestro Rouslan Karelin a portare la squadra della sua palestra a Cuba, dove la nobile arte, praticata solo a livello amatoriale, rimane tuttavia l'arte suprema. 
Un ritmo incalzante, come lo scambio dei pugni sul ring, un linguaggio colorito e una punteggiatura efficace, perché la lettura deve creare affanno, tensione, persino sfinimento fisico. Una coerenza e una corrispondenza perfetta tra soggetto del romanzo e modalità di scrittura, dove le parole fanno immaginare paesaggi, sentire rumori e odori. La psicologia dei personaggi delineata dalle loro azioni e reazioni al contesto, una corte di caratteri che si dividono fra chi vive secondo le opinioni altrui e chi invece, come Yoangel ha imparato presto a fare, agisce solo seguendo se stesso e le proprie inclinazioni più intime. 
Un legame, quello di Cuba con il pugilato, che risale agli anni '50 e '60, quando l'isola strinse un patto con l'URSS e divenne la destinazione di molti allenatori sovietici: la competenza tecnica e la disciplina tipicamente russe si mescolarono così alla qualità atletica della popolazione caraibica, producendo alcuni dei migliori campioni al mondo. 

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