09/09/2012

UNA FAUNA DA PAURA

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Meduse, polipi, attinie, vipere, scolopendre, scorpioni, acari, zecche: sono quasi 10.000 le specie animali presenti in Italia pronte a minacciarci con spine, chele, veleni, tossine e denti acuminati. Ma quali sono i rischi reali che ci possono venire dagli incontri ravvicinati con questa fauna bellicosa tra prati, mari e monti o tra le mura di casa nostra? Marco Di Domenico, biologo ed entomologo e autore di Italiani pericolosi, in compagnia di Mauro Capocci, ci porterà in giro per l'Italia per capire quali sono i rischi reali, nella convinzione che, alla fine, i pericoli più gravi vengano sempre dall'uomo.

L'evento 196 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente era prevista la partecipazione di Marco Cattaneo, sostituito successivamente da Mauro Capocci.
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È domenica, il Festival sta giungendo alla fine. L'aula magna dell'Università è pronta ad accogliere uno degli ultimi eventi di quest'anno, uno dal titolo particolarmente accattivante. Una fauna da paura prevede di affrontare temi semplici della vita quotidiana, accompagnati pari passo da argomenti come evoluzione e specificazione.  Il biologo Marco Di Domenico esordisce con la complessità di un ciclo biologico di un organismo al quale però attribuiremmo il più semplice degli stili di vita. «Immaginatevi un piccolissimo parassita, che invade una formichina facendola impazzire. Immaginatevi quindi questa formichina zombie, che si comporta in modo anomalo e sale su un filo d'erba, fermandosi lì. Ampliate quindi lo scenario, e fate arrivare una capra che mangia l'erba con la formica. Il parassita riesce ad instaurarsi nell'organismo dell'animale, che arriverebbe fino a noi sottoforma di pasto per permettere all'animaletto di concludere il ciclo e riprodursi da noi, sul nostro corpo, che per lui non è altro che un ambiente riproduttivo». Questa è coevoluzione. Un processo che porta gli esseri viventi a dipendere da altre creature per sopravvivere, ma non in senso negativo: tutti insieme creano un ciclo dal quale ogni singola specie può trarre benificio, permettendo così di continuare la propria esistenza. «Si rimane a bocca aperta», è meraviglioso scoprire che non siamo al centro dell'universo, che l'Homo sapiens per molti organismi è solo un 'vettore', una 'alternativa', e che l'ambiente non dipende da noi. Perché in questo modo si scopre che la Terra ha altre facce, che la natura si esprime in moltissimi modi diversi e noi siamo solo un risultato. Marco Cattaneo ci ha esposto il libro, "Italiani Pericolosi", che tratta di questi e altri temi, come l'enorme errore di esportare specie animali e vegetali in ambienti non di loro origine, arrecando danni alle specie locali e modificando l'habitat. Il corso dell'evento ha visto una vera e propria chiacchierata, con i tratti di lezione scolastica, tra il pubblico e i due. Domande schiette e legittime, fossero sulla quotidianità (quali possono essere, parlando di insetti, i potenziali nemici e gli alleati di una donna delle pulizie) o sulla biologia (aumento demografico delle zanzare tigre), si sono susseguite nel tempo. Sono stati chiariti punti 'oscuri' come la pericolosità delle vespe o le ragioni dei movimenti di massa delle meduse costiere, e l'evento si è concluso così come è iniziato: l'ora e mezza è trascorsa vedendosi sfruttare ogni minuto per capire un po' di più la natura che ci circonda da vicino.

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