07/09/2013
IL NOSTRO COMUNE FALLIMENTO
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Leggendo i romanzi di Làszlò Krasznahorkai, si capisce perché Béla Tarr l'abbia eletto come suo sceneggiatore di riferimento. Così anche il pluripremiato scrittore ungherese riesce a creare mondi interi, con il suo stile originale e quasi epico, dove non mancano figure mitologiche e comuni mortali alla ricerca del senso della vita. Come in "Melancolia della resistenza", considerato il suo capolavoro e una delle opere letterarie più importanti del Novecento - da cui Béla Tarr ha tratto il film cult "Le armonie di Werckmeister" - elogiato da Imre Kertész, W.G.Sebald e Susan Sontag, che ha definito il romanzo «un'anatomia della desolazione nella sua forma più spaventosa e un commovente manuale per resistere a quella desolazione». Sul rapporto tra cinema e letteratura e anche sulla situazione politica e sociale del suo paese, dialoga con lo scrittore Francesco M. Cataluccio.
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