08/09/2013

SE SCOPPIANO I PRECARI

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«Milioni di persone, sia nelle economie opulente che in quelle emergenti, sono entrate nel precariato: un fenomeno che, per quanto abbia caratteristiche legate con il passato, è del tutto nuovo». Secondo Guy Standing, i precari vanno considerati come una nuova classe di lavoratori, accomunati in negativo dalla mancanza di un reddito dignitoso, dalla scarsa protezione sociale, dal ristretto orizzonte delle carriere, dal disconoscimento delle proprie competenze. Una classe insicura, formata da gruppi sociali diversi, incapace di una iniziativa rivendicativa e politica continuativa per poter migliorare le proprie condizioni, e per questo tentata dal populismo e dall'intolleranza, come mostrano diversi episodi in Europa e negli Stati Uniti. Sulle strategie per disinnescare questa bomba sociale, l'autore di "Precari" si confronta con Andrea Fumagalli ("Lavoro male comune").
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Uno degli ultimi incontri di Festivaletteratura ospita Guy Standing, economista britannico di fama mondiale. L'occasione per incontrarlo, insieme ad Andrea Fumagalli, è la presentazione del suo ultimo libro, l'ormai celebre "The precariat - The new dangerous class". In Italia il sottotitolo è stato tradotto con "la classe esplosiva", cosa che non ha soddisfatto pienamente Standing (che capisce perfettamente l'italiano e ne mastica qualche parola), poiché questa classe non è solamente esplosiva, «non è pericolosa solo per lo Stato, ma anche e soprattutto per se stessa».
A causa delle politiche neoliberiste e della globalizzazione che ha contribuito a mercificare oggetti e persone, è sempre più normale pensare ad una società divisa in miliardari, lavoratori stipendiati, liberi professionisti, operai e infine loro (o meglio gran parte di noi), i precari.
Se è possibile sostenere in maniera abbastanza semplicistica che «il precario ha lavoro intermittente con reddito incerto», la situazione reale si differenzia di caso in caso. Di sicuro il precariato è oggi una «vera nuova classe sociale», in quanto sta iniziando ad avere dimensioni pienamente definite: la certezza di un lavoro instabile, dubbi sulla propria identità, un rapporto senza precedenti con lo Stato, trovandosi per la prima volta a supplicare diritti che da sempre sono invece garantiti a tutti i cittadini.
Secondo Standing esistono tre tipi di precari distinti: i lavoratori industriali, con lo sguardo rivolto al passato e la tendenza a farsi manipolare da concetti populisti, gli immigrati che scappano dalla loro patria e cercano di ricostruirsi nuovamente una vita, i giovani istruiti che cercano di guardare al futuro ma non riescono a vederci nulla. In tutti e tre i casi, il futuro è incerto e senza via d'uscita.
L'unica soluzione secondo Standing, è dunque il reddito minimo basato sulla cittadinanza e non sul lavoro o su una qualche forma di sussidio per la povertà. Secondo quanto sostenuto dal BIEN (il Basic Income Earth Network istituito tra gli altri proprio da Standing), questo è infatti l'unico modo per ottenere certezza e sicurezza. 
Proprio per questo le forze politiche dei Paesi di tutto il mondo (fino al 2004 la "e" del BIEN stava per Europe, ma il concetto è stato ben presto allargato oltre i confini europei) dovrebbero mettere con urgenza in campo riforme sociali e politiche che vadano in questa direzione, verso il diritto ad una sicurezza finanziaria, pena il rischio di ondate di violenza, protesta o istanze populistiche intolleranti. Solo creando una 'Carta del precariato', solo facendo in modo che gli Stati agiscano coraggiosamente in questa direzione e i sindacati reinventino se stessi, una svolta è possibile.
Standing racconta inoltre di un esperimento fatto nella poverissima India, dove a migliaia di uomini e donne è stato garantito per un certo periodo un redditi garantito. In poco tempo non solo è migliorata l'economia, ma anche la produzione, la salute pubblica e lo status delle donne. «Se questo è stato fatto in India» conclude, «sicuramente può essere fatto anche a Mantova o in qualsiasi città del mondo».

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