05/09/2014
DI ROSA IN ROSA
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Il meccanismo dell'ibridazione è un'arte difficile e sapiente dove l'intervento umano «entra in intimo contatto con la natura». Beatrice Barni (A rose is a rose is a rose), testimone di un lungo e serio lavoro familiare, ne racconterà a Festivaletteratura i passaggi come fossero capitoli del suo ultimo romanzo, in dialogo con l'esperta rodologa Nadia Nicoletti.
In collaborazione con la direzione del Palazzo Ducale di Mantova. Il biglietto d'ingresso comprende la visita al Museo.
In collaborazione con la direzione del Palazzo Ducale di Mantova. Il biglietto d'ingresso comprende la visita al Museo.
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Italiano
«Ciò che chiamiamo rosa anche con un altro nome conserva il suo profumo». Deve ben saperlo la famiglia Barni, che dal 1882 a Pistoia si occupa di coltivare e far nascere nuove specie di rose. Oggi pomeriggio, nella splendida cornice della Galleria dei fiumi di Palazzo Ducale, a presentare un bel libro fotografico di Luca Bracali sulla storia e l'opera della famiglia di vivaisti toscani, c'era Beatrice Barni, ricercatrice nell'azienda di famiglia, dalle mani della quale nascono gli ibridi di rose fra i più noti d'Europa. Un omaggio floreale offerto da Bustaffa, sponsor dell'evento, ha accolto le spettatrici e gli spettatori in sala. Un lieve, dolcissimo profumo di rosa si spargeva in un Palazzo Ducale per l'occasione addobbato di rose, evocando i colori dei cespugli in fiore amorevolmente selezionati dalle mani di Beatrice e sapientemente ritratti dall'obiettivo del fotografo Bracali, le cui immagini, splendide, potrebbero fare da perfetto pendant a un'antologia (è proprio il caso di dirlo, dal momento che la parola stessa, greca, ha il significato letterale di 'florilegio') dedicata alla rosa. Da Catullo a Gertrude Stein, passando per Cielo d'Alcamo e Shakespeare, le regina dei fiori ha ispirato poeti e scrittori, divenendo ora un simbolo di purezza, ora di passione ardente, ma sempre metafora di bellezza e perfezione. La stessa bellezza e perfezione ritmica del componimento di Gertrude Stein da cui è tratto il verso che dà il titolo al libro presentato stasera: "A rose is a rose is a rose". Un verso che forse non sarebbe potuto esistere, senza il lavoro di generazioni e generazioni di vivaisti come i Barni, artigiani vivasti depositari di un'arte: l'arte di far nascere nuove rose.