06/09/2014

SCRIVERE DOWNTON ABBEY

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Definita da "The Guardian" «un piacere della domenica sera» e seguita in patria da oltre dieci milioni di persone a puntata, Downton Abbey è una delle serie televisive più premiate al mondo e tra le poche che hanno riscosso unanime consenso dalla critica. Tutte e cinque le stagioni della serie - che racconta le complesse relazioni all'interno di una famiglia dell'aristocrazia inglese dell'epoca edoardiana - sono state scritte da Julian Fellowes, sceneggiatore di Gosford Park (per cui ha vinto l'Oscar nel 2002) e autore di Snob, caustico romanzo su codici e rituali dell'aristocrazia inglese del nuovo millennio. In occasione dell'uscita in volume della sceneggiatura della prima stagione di Downton Abbey, Fellowes si confronta con la critica cinematografica Irene Bignardi sulle specificità narrative e sul processo di scrittura di una serie televisiva.
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Con la sua scrittura elegante, misurata e ironica che, parafrasando Tim Lott, ricorda Jane Austen e Ewelyn Waugh, Julian Fellowes ci offre con "Snob" un romanzo esilarante, capace di rivelare i codici, i rituali, le abitudini di un mondo ostinatamente chiuso in se stesso e ossessionato dal pericolo di 'nouveaux riches e parvenus' di ogni specie. Primo grande successo per il celebre sceneggiatore e attore britannico, co-protagonista, insieme a Jeremy Irons, del film "Il danno" e a fianco di Pierce Brosnan in "Tomorrow Never Dies" della saga di James Bond, "Snob" rappresenta l'esordio letterario di un autore che non ha ancora smesso di stupire per la qualità e l'intensità della sua narrazione. Una lunga coda all'ingresso e un pubblico prevalentemente femminile hanno accolto a Palazzo San Sebastiano lo sceneggiatore di "Downton Abbey", serie televisiva britannica in costume con milioni di fan in tutto il mondo, nata dopo l'Oscar del 2001 per "Gosford Park" diretto da Robert Altman. Tutto comincia il 15 aprile del 1912, quando più di 1.500 persone perdono la vita a causa dell'affondamento del transatlantico Titanic. Ambientata nella fittizia "Downton Abbey", tenuta di campagna nello Yorshire di proprietà del conte e della contessa di Grantham, la serie segue le vite dell'aristocratica famiglia Crawley, sconvolta e turbata dalla tragedia che gli ha appena strappato il legittimo erede Patrick. Con un impianto narrativo simile a quello delle serie americane di successo ("E.R.", "Mad Men", "Scandal") "Downton Abbey" conta ben 18 personaggi principali e mostra un ritmo incalzante, con una trama dove si intrecciano contemporaneamente storie diverse. Una tecnica televisiva per tenere viva l'attenzione dello spettatore e immergersi, grazie alla forza dei dialoghi e a una serie di colpi di scena, in una minuscola porzione di realtà nell'Inghilterra di inizio secolo, e scoprirne le ossessioni, la noia e le gelosie, i rapporti con i domestici e gli amori inconfessabili. Un mondo che affonda le sue radici in un sistema ereditario dove le donne sono prive di diritti legali e il rango definisce il ruolo di ciascuno nella vita futura. Evitando gli stereotipi delle serie televisive più tradizionali, dove la nobiltà è ad esempio sinonimo di 'charme' mentre alla servitù viene attribuita una valenza comica, Fellowes dipinge dei personaggi a tutto tondo, dotati di una profonda caratterizzazione psicologica. Studente all'università di Cambridge l'autore britannico, il cui nome completo è Julian Alexander Kitchener-Fellowes, Barone Fellowes di West Stafford, entra in contatto con colleghi provenienti da ogni parte del mondo, diversi per lingua, cultura e situazione familiare, e comprende che le 'verità assolute' non esistono, ma sono solo 'opinioni' limitate a un gruppo ristretto di individui: una consapevolezza dalla quale nasce il suo interesse per le differenze sociali e la sua passione per l'indagine psicologica. Personaggio eclettico con esperienze in campi diversi, Fellowes ricorda tuttavia l'importanza, sul piano creativo, di essere associato a un certo ruolo e un certo stile, mettendo in relazione il valore della riconoscibilità con la capacità di essere unici e originali. 

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