08/09/2016
LONDRA CHIAMA
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In un momento in cui il Regno Unito è sulle prime pagine di tutti i quotidiani europei, viene spontaneo chiedersi cosa avrebbe prodotto l'acuto senso della satira di Jonathan Coe, se messo alla prova con la questione Brexit. Il grande scrittore inglese torna al Festival dopo un'assenza di quasi dieci anni, e lo fa confermandosi profondo conoscitore dello 'stato delle cose' del suo paese. Se già "La banda dei brocchi" e "La famiglia Winshaw" dipingevano un affresco a tratti crudele dell'Inghilterra, il suo nuovo romanzo - l'undicesimo, per la precisione - prende spunto dalla scoperta del cadavere dell'ispettore ONU David Kelly, avvenuta nel 2003, per dipanare una trama complessa in cui si intrecciano numerosi personaggi, sullo sfondo di una Londra ricca di contraddizioni, dove crisi finanziaria, disuguaglianze, reality e banchieri senza scrupoli fungono da metafora del potere che le élite economiche esercitano su di noi. Dialoga con l'autore di "Numero 11" lo scrittore Fabio Genovesi.
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