10/09/2021

LA CLASSE OPERAIA NON VA IN PARADISO

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Alla fine dell'Ottocento, Émile Durkheim, uno dei padri fondatori della sociologia, dimostrò attraverso il suo celebre studio sul suicidio che, talvolta, il modo in cui moriamo può dirci molto sulla società in cui abbiamo vissuto. Con lo stesso spirito, due grandi economisti come Anne Case e il premio Nobel per l'Economia Angus Deaton, hanno voluto indagare cosa si nasconde dietro l'aumento di suicidi e di morti legate a droghe e alcol (le cosiddette "morti per disperazione") tra la classe operaia bianca americana. Ciò che hanno scoperto rivela l'inesorabile deteriorarsi delle condizioni di vita di quello strato sociale che a lungo è stato considerato «la spina dorsale dell'America». Mentre alcune delle cause sono specificamente americane, altre riguardano tutto il mondo occidentale: la scomparsa a causa della globalizzazione e dell'automazione di milioni di posti di lavoro nell'industria, l'aumento del divario tra poveri e ricchi, tra laureati e non laureati, tra centro e periferia e, in definitiva, lo sgretolamento di un'intera struttura economica e valoriale su cui per decenni ha poggiato il patto sociale. Collegati in streaming, gli autori di Morti di disperazione dialogheranno con il giornalista Alberto Magnani (Le due Italie).

Gli autori parleranno in inglese, con interpretazione consecutiva in italiano.
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