PERDERSI NEL BLU PROFONDO

«Acqua, acqua ovunque», scriveva Samuel Taylor Coleridge nella sua Ballata del vecchio marinaio e, se pensiamo che le terre emerse occupano solo il 30% dell'area del pianeta, non possiamo che restare stupefatti dalla potenza evocativa dei mari e delle suggestioni che li ammantano. Roberto Casati, filosofo delle scienze cognitive che ha da sempre indagato il rapporto che abbiamo con la percezione della natura e delle tecnologie (Dov'è il sole di notte?, Contro il colonialismo digitale), «indossa i panni del marinaio» per proporre un ripensamento del sistema oceanico a partire dal lessico che utilizziamo per parlare delle acque (Oceano. Una navigazione filosofica), proponendone una lettura inevitabilmente ambientalista e, al contempo, concettuale e ideologica. In una lectio pensata per il pubblico di Festivaletteratura, l'autore porterà i presenti a navigare virtualmente tra le onde, in un mondo apparentemente temibile e lontano da noi, ma legato a doppio filo alla nostra stessa esistenza.