DA VENEZIA ALL’IRAN. SULLE TRACCE DI ANTICHE ROTTE
Tra le maggiori porte europee verso l'Asia, nel medioevo e nell'età moderna Venezia è sempre stata punto di partenza per mercanti, studiosi e avventurieri, le cui peripezie sono talvolta state seme da cui è germogliata letteratura entrata di diritto nella leggenda. Nel 1653, a soli quattordici anni, Nicolò Manucci fugge di casa «desiderando grandemente di vedere il mondo» e si nasconde su un veliero senza conoscerne la destinazione. Verrà scoperto e reclutato dal diplomatico inglese Lord Bellomont, impegnato in una missione alla corte di Persia e si troverà ad attraversare le misteriose terre di Turchia, Armenia e Iran. Sulle orme di questo viaggiatore «secondo solo a Marco Polo» si sono mossi l'archeologo e storico dell'arte Gianni Dubbini Venier e la fotografa Angelica Kaufmann, per indagare quali tracce siano rimaste oggi delle antiche commistioni di genti che da tutto il mondo confluivano in Oriente, quali stratificazioni, quali lasciti. Del libro-re- portage che ne è nato (L'avventuriero) parlano insieme al diplomatico Fernando Gentilini.