LA DIFFERENZA COME NORMALITÀ
Le parole modellano la realtà e hanno conseguenze dirette sul mondo che ci circonda. Anche cercando di percorrere la strada del linguaggio più corretto possibile, però, è bene tenere a mente che termini come "diversità" o "inclusione" possono celare un lato dai risvolti negativi. Secondo lo scrittore e attivista Fabrizio Acanfora (In altre parole) – conosciuto per le attività di divulgazione riguardanti lo spettro autistico – sarebbe più costruttivo sottolineare la ricchezza che la «varietà di caratteristiche nell'essere umano» costituisce. Così anche per l'inclusività: parlarne implica che sia un "escluso" chi ne beneficia. L'autore del recente Di pari passo ha intrapreso una riflessione sul modo in cui il mondo del lavoro gestisce la questione delle disuguaglianze, con il timore che talvolta le politiche aziendali si attivino più per pubblicità che per un desiderio di cambiamento. Insieme alla sociologa Francesca Coin (Le grandi dimissioni) Acanfora inviterà a «riconsiderare l'idea di normalità come dato statistico e non valoriale, scardinando la presunzione che esista un 'consesso dei giusti' capace di accogliere paternalisticamente i 'diversi'».