DAGLI OCCHI DEI COLONIZZATI
"Se l'Italia fosse stata abbastanza coraggiosa da riconoscere il proprio passato coloniale, se avesse trovato un nuovo linguaggio con cui parlare di ciò che è accaduto in Libia e in Eritrea, in Somalia e in Etiopia, allora forse da ciò sarebbe potuta emergere una più completa percezione di sé": con queste parole Maaza Mengiste parlava di uno dei grandi rimossi della storia più recente del nostro paese. La traduzione dal tigrino che lo storico Uoldelul Chelati Dirar ha compiuto di L'ascaro, scritto dall'intellettuale eritreo Ghebreyesus Hailu, è l'occasione per analizzare un passato non lontano e la figura di questi sudditi-soldati reclutati nelle truppe italiane e del loro duplice ruolo di "colonizzati e strumento di un'altra colonizzazione". Di queste vite umane utilizzate come armi, mandate al massacro come mero oggetto di guadagno politico, Dirar discuterà insieme a Carlo Lucarelli (che in Eritrea ha ambientato la trilogia L'ottava vibrazione, Albergo Italia e Il tempo delle iene) e a Itala Vivan, esperta di letteratura africana.