Augè, Marc
Persona
Marc Augè inizia la sua carriera di antropologo con spedizioni scientifiche in Costa d'Avorio e in Togo dalle quali ricava materiale per la pubblicazione dei suoi tre primi saggi: "Le Rivage alladian" (1969), "Théorie des pouvoirs et idéologie" (1975) e "Symbole, fonction, histoir" (1979). Nel 1982 scrive "Genie du paganisme" in cui analizza la differenza tra le società pagane e cristiane nella considerazione del corpo, del tempo e del rapporto con gli altri. Augè si interessa in particolare delle rappresentazioni che la società fa di se stessa, ciò gli permette di passare con disinvoltura dalla classica antropologia dell' "altrove", legata all'osservazione delle tribù nei luoghi più remoti del mondo, a quella del "qui", cioè relativa alla società occidentale contemporanea, applicando la medesima metodologia. Prendendo a campione la realtà parigina, Augè traccia una vera e propria antropologia della vita quotidiana delle nostre metropoli. In "Un ethnologue dans le métro" (1986), in cui fonde la soggettività di chi descrive con l'oggetività dell'analisi del rapporto con l'altro, rendendo divulgativi anche complessi concetti scientifici, mette in luce il crescente, e apparentemente paradossale, senso di solitudine nella società contemporanea dominata dai mezzi di comunicazione. Alla crisi dei rapporti tra le persone fa da corollario l'analisi dei cosidetti non-luoghi, "Non-Lieux" (1992): centri commerciali, stazioni, aereoporti e supermercati dove l'anonimato si sostituisce al senso di appartenenza che invece tradizionalmente il luogo riesce a generare. Direttore dell'ORSTOM (Ufficio della ricerca scientifica e tecnica d'oltremare) fino al 1970 e dell'École des hautes études en sciences sociales dal 1985 al 1995, recentemente ha pubblicato "Pour quoi vivons-nous?" (2003) e "Casablanca" (2008).
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