Politkovskaja, Anna

Persona
Anna Politkovskaja era una giornalista russa. Nacque a New York nel 1958; i genitori, di origine ucraina, lavoravano all'Onu in qualità di diplomatici sovietici. Rientrata in patria per studiare, dopo la scuola si iscrisse alla facoltà di Giornalismo presso l'Università statale di Mosca, una delle più prestigiose dell'Urss. Dopo la laurea, conseguita nel 1980, lavorò per il quotidiano moscovita "Izvestija", poi per il giornale della linea aerea Aeroflot. Dopo l'avvio delle riforme della Perestrojka ad opera di Michail Gorbačëv, la Politkovskaja passò alla stampa indipendente, che in quegli anni cominciava ad emergere e ad affermarsi: prima lavorò per la "Občaja Gazeta" come responsabile della sezione emergenze e incidenti, nonché assistente del direttore, poi per la "Novaja Gazeta". Con lo scoppio delle guerre intestine russe divenne una delle croniste più tenaci del conflitto ceceno e una delle poche voci critiche rispetto alla politica di Vladimir Putin e Ramzan Kadyrov; è nota soprattutto per i suoi coraggiosi reportage di denuncia contro il mancato rispetto dei diritti civili e umani in Russia e in Cecenia. Il suo reiterato impegno a sostegno della libertà di cronaca e di espressione, protratto nel denunciare verità e retroscena scomodi per il potere centrale russo, la costrinse nel 2001 ad abbondare la Russia a causa di ripetute minacce di morte, ricevute in particolare da Sergei Lapin, un dipendente della Polizia di Stato russa più volte citato dalla giornalista in quanto autore e responsabile di atti criminosi nei confronti della popolazione cecena. Nell'ottobre 2002 la Politkovskaja acquisì una certa notorietà internazionale partecipando alle trattative tra il governo russo e il commando ceceno che aveva occupato il teatro Dubrovka di Mosca. Nel settembre 2004 tentò di raggiungere Beslan, nell'Ossezia del nord, per trattare la liberazione degli ostaggi sequestrati nella scuola locale da un gruppo di terroristi islamici e di separatisti ceceni, ma perse conoscenza durante il volo, probabilmente a causa di un tentativo di avvelenamento. La Politkovskaja visitò spesso le repubbliche caucasiche in guerra, usando le testimonianze raccolte per scrivere diversi libri; il suo giornalismo critico le valse nel 2001 il Global Award di Amnesty International per la difesa dei diritti umani da lei condotta, e nel 2003 il premio dell'Osce per il giornalismo e la democrazia; nello stesso anno vinse anche il Lettre Ulysses Award for the Art of Reportage, premio internazionale per la Letteratura del Reportage. Anna Politkovskaja è stata assassinata il 7 ottobre 2006 nell'ascensore del suo palazzo di Mosca; la sua morte ha causato commozione e sdegno nell'intera comunità internazionale.
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Bibliografia

"Cecenia. Il disonore russo", Fandango, 2003 (2009)
"La Russia di Putin", Adelphi, 2005 (2010)
"Diario russo. 2003-2005", a cura di Claudia Zonghetti, Adelphi, 2007
"Proibito parlare. Cecenia, Beslan, Teatro Dubrovka. Le verità scomode della Russia di Putin", Mondadori, 2007
"Un piccolo angolo d'inferno", Rizzoli, 2008
"Per questo. Alle radici di una morte annunciata. Articoli 1999-2006", Adelphi, 2009
"Cecenia. La guerra degli altri", Carlo Spera Editore, 2011
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