Jaeggy, Fleur
Persona
Fleur Jaeggy al Festivaletteratura 2002 - ©Festivaletteratura
Fleur Jaeggy è nata a Zurigo e vive a Milano dal 1968. Sempre nel '68 esordisce con il romanzo "Il dito in bocca", sul quale Ingeborg Bachmann ha scritto: «E' un libro stravagante e insolito, fra l'altro per la superba trascuranza delle correnti letterarie. L'autrice ha l'invidiabile primo sguardo per le persone e le cose, c'è in lei un insieme di distratta leggerezza e di saggezza autoritaria: da queste capacità contraddittorie nascono dialoghi di una diabolica intelligenza e descrizioni di una semplicità disarmante». Ha curato la traduzione di "Vite immaginarie" di Marcel Schwob (1972) e "Gli ultimi giorni di Immanuel Kant" di Thomas De Quincey (1983). I suoi libri sono tradotti in 18 lingue e 18 paesi. In Italia è pubblicata da Adelphi: "Il dito in bocca", "L'angelo custode", "Le statue d'acqua", "I beati anni del castigo" (Premio Bagutta 1990, Premio Boccaccio Europa 1994), "La paura del cielo" (Premio Moravia 1994) e "Proleterka" (Premio Vailate Alberico Sala 2001, Premio Donna Città di Roma 2001). Del 2009 il suo ultimo romanzo, "Vite congetturali", che ci racconta le vite di tre autori a lei cari: Keats, Schwob, De Quincey. Nel 2010 Luca Ronconi ha portato a teatro il suo romanzo di formazione "I beati anni del castigo".
Fleur Jaeggy was born in Zurich and has been living in Milan since 1968.
With Adelphi she has published "Il dito in bocca", "L'angelo custode", "Le statue d'acqua", "I beati anni del castigo" (Sweet Days of Discipline) (Bagutta Prize winner 1990, Europe Boccaccio prize winner 1994), "La paura del cielo" (Moravia Prize winner 1994) and "Proleterka" (Vailate Alberico Sala Prize winner 2001, Donna Città di Roma Prize winner 2001). She wrote essays on Schwob, De Quincey, Keats and Robert Walser. She translated "Vite immaginarie" by Marcel Schwob (1972) and "Gli ultimi giorni di Immanuel Kant" by Thomas De Quincey (1983). On "I beati anni del castigo", Iosif Brodskij wrote: «Dipped in the blue ink of adolescence, Fleur Jaeggy's pen is the graver of an etcher drawing the roots, the twigs and the branches of the tree of folly that thrives in the splendid isolation of the little Swiss garden of knowledge that, with its foliage, clouds any perspective. Extraordinary prose. Reading time: about four hours. Memory time, as for the author: a lifetime». Ingeborg Bachmann wrote about Fleur Jaeggy's first book: «It is an eccentric and unusual book, not least for her negligence of literary movements. The author pays enviable attention to people and things; she has got both a careless lightness and an authoritative wisdom: from this contradictory abilities stem diabolically intelligent dialogues and disarmingly simple descriptions». Fleur Jaeggy's books have been translated into eighteen languages.