Latour, Bruno
Nato nel 1947 a Beaune, in Borgogna, da una famiglia di viticoltori, si è formato prima come filosofo e poi come antropologo. A Parigi, dal 1982 al 2006 è stato professore presso il Centro di Sociologia dell'Innovazione dell'Ecole nationale supérieure des mines e, dal 2006 al 2017, presso l'Università Sciences Po. Qui ha dato vita al médialab dell'ateneo per sfruttare appieno le opportunità offerte alla teoria sociale dalla diffusione delle tecnologie digitali e, insieme a Valrie Pihet, a un innovativo master in arte e politica (SPEAP) tuttora in corso. Dopo studi sul campo in Africa e California si è specializzato nell'analisi di scienziati e ingegneri al lavoro: nell'arco della sua prolifica attività di ricerca ha infatti contribuito ad approfondire la conoscenza delle politiche della scienza e della gestione della ricerca. A tale proposito, ha scritto libri illuminanti quali "La scienza in azione", Politiche della natura" e la raccolta di saggi "Pandora's Hope", in cui esplora diffusamente le conseguenze delle «guerre della scienza». In altri lavori ha esteso la sua riflessione epistemologica a temi tradizionalmente appannaggio delle scienze sociali, come dimostra anche il provocatorio "Tracciare la rotta" (Raffaello Cortina, 2018), uno studio in cui la questione prettamente scientifica del mutamento climatico e della sua negazione diviene la chiave di volta per comprendere le politiche adottate dai governi negli ultimi decenni. Insignito della Legione d'onore nel 2012, Latour ha ricevuto una pioggia di riconoscimenti in virtù della sua opera pubblicistica, fino a esser nominato corrispondente estero della Regia accademia danese di scienze e lettere nel 2017 e della British Academy nel 2018.
(foto: © Giliola Chistè)
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