Agamben, Giorgio
Persona
Giorgio Agamben al Festivaletteratura 2019 - ©Festivaletteratura
Già docente nelle università di Macerata e Verona e allo IUAV di Venezia, Giorgio Agamben (Roma, 1942) ha insegnato in diversi atenei e istituti internazionali, tra cui il Collège International de Philosphie a Parigi, dove è stato Directeur de programme dal 1986 al 1993. La sua opera saggistica è tradotta e commentata in tutto il mondo. A partire dal libro Homo Sacer. Il potere sovrano e la nuda vita (1995), nell'arco di vent'anni ha elaborato un progetto di archeologia del pensiero politico e filosofico occidentale, una teoria del rapporto fra diritto e vita che passa attraverso i successivi Quel che resta di Auschwitz (1998), Stato di eccezione (2003), Il regno e la gloria (2007), Il sacramento del linguaggio (2008), Altissima povertà (2011), Opus dei (2012), L'uso dei corpi (2014) e trova una sistemazione definitiva in Homo Sacer (Quodlibet, 2018), un volume unico in cui sono state inserite tutte le integrazioni e le correzioni volute dall'autore. I suoi lavori più recenti sono: Creazione e anarchia. L'opera nell'età della religione capitalistica (2017) e Il Regno e il Giardino (2019). Per Garzanti ha curato l'edizione postuma dell'ultimo libro di poesie di Giorgio Caproni (Res amissa, 1991) e per Einaudi ha promosso e curato l'edizione italiana delle Opere complete di Walter Benjamin. Attualmente è curatore della collana di poesia bilingue Ardilut, edita da Quodlibet, che accanto ai nuovi poeti ripubblica, a cominciare da Pier Paolo Pasolini e Andrea Zanzotto, autori che hanno scritto tanto in lingua italiana che in dialetto.