Famedio, Cripta del Tempio San Sebastiano
Largo XXIV Maggio, Mantova
Il tempio fu commissionato da Ludovico II Gonzaga a Leon Battista Alberti, che lo progettò nel 1460. La pianta è a croce greca, inscritta in un quadrato con tre absidi semicircolari, con vestibolo all'ingresso. Si suppone che la copertura progettata dall'Alberti fosse una cupola semisferica. Il tempio si articola inoltre su due livelli: una cripta della stessa planimetria della chiesa, caratterizzata da un fitto reticolo di arcate e pilastri, ne eleva la massa come basamento (non si tratta in realtà di una semplice cripta, in quanto vi si accede dall'esterno). Sulla facciata si aprono le cinque aperture che introducono al vestibolo. Sul fianco sinistro dell'edificio una scala a due rampe con una loggetta. Leon Battista Alberti morì nel 1478 prima di veder ultimato il suo progetto. L'andamento dei lavori fu incostante e la fabbrica, inizialmente diretta da Luca Fancelli, fu conclusa solo agli inizi del 1500, dopo la cessione del tempio ai Canonici Lateranensi (la volta a crociera risale a questo periodo). Venne soppresso nel 1783. Negli anni '20 del '900 il restauro ad opera di Andrea Schiavi ha alterato in modo radicale la struttura dell'edificio (tra le modifiche si ricorda l'aggiunta di incongrue scalinate di accesso in facciata). Non è possibile verificare la fondatezza filologica di questo intervento, poiché non ci rimangono disegni originali del progetto. Il tempio ospita la tomba monumentale di alcuni martiri di Belfiore ed è consacrato a Famedio dei caduti per la Patria.
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Pagina dedicata al Tempio di San Sebastiano sul sito del Sistema Museale provinciale:
http://www.sistemamusealeprovinciale.mantova.it/index.php/risorse/scheda/id/366
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