04/09/2002

Amitav Ghosh


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Nato a Calcutta, Amitav Ghosh è uno scrittore che attraverso intrecci sapientemente costruiti riesce a restituirci le più profonde trame culturali che percorrono le terre e la storia dell'Asia. L'India, il Pakistan, l'Egitto, la Birmania, la Malesia e la Cambogia sono ora oggetto di analisi politico-antropologica ("Estremi Orienti"), ora il luogo di un avvincente thriller scientifico-culturale ("Il cromosoma Calcutta"), ora lo sfondo di grandi epopee familiari, come nell'ultimo "Il palazzo degli specchi". Lo presenta Anna Nadotti, traduttrice di molti dei suoi libri.

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Anna Nadotti dice di provare un certo imbarazzo nel presentare un autore con cui ha condiviso l'intimità del rapporto che si instaura tra uno scrittore e chi traduce la sua opera. Amitav Gosh sorride. Il brusio del pubblico si spegne. Così si apre l'incontro a tre, uno dei primi del Festival, nel Cortile della Cavallerizza. L'estrema mobilità dei confini e gli spostamenti che definiscono la mappa del mondo sono le tessere che compongono il complesso e variegato universo di Amitav Ghosh, che attribuisce il suo bisogno di riprodurre il senso dello spostamento a un'infanzia vissuta tra l'India e il Bangladesh. Nella sua opera la memoria storica e quella individuale si intrecciano in trame che attraversano le antiche tradizioni religiose e culturali di paesi su cui oggi, per motivi politici, si concentra l'attenzione del mondo occidentale.

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