05/09/2003

IL CUORE NELLA SCRITTURA


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La scrittura è non solo godimento estetico, ma momento necessario di ricerca spirituale soprattutto in contesti di grande costrizione storica ed esistenziale. Le Madres de Plaza de Mayo, movimento nato per denunciare la barbarie della dittatura militare argentina, hanno aperto un laboratorio di scrittura, per dare più voce e forza poetica all'urgenza espressiva imposta dai drammi vissuti. Un incontro che testimonia un'esperienza civile e letteraria straordinaria, e che prevede la partecipazione di Hebe de Bonafini, presidentessa delle Madres, di Juan Octavio Prenz, autore argentino in esilio, e di Daniela Padoan, curatrice del libro delle Madres "Il cuore nella scrittura".
 Battello ore 10.15
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Tutti conosciamo Las madres de la plaza de mayo per il loro «non dimenticare-non piangere-non smettere di lottare ogni giovedì in piazza» per i «desaparecidos» dalla dittatura argentina. Ma Hebe De Bonafini, presidentessa dell'Associazione omonima, ci ha fatto conoscere, oggi, i mezzi con cui queste donne rivoluzionarie esprimono non solo il dolore, ma anche la volontà di lottare. Hanno fondato un'università libera, un caffè letterario e un corso di pittura. E sempre con gli stessi presupposti, è nato un laboratorio di scrittura dove le «madres» hanno imparato ad esprimere poeticamente un'identità individuale. Il risultato è un libro di poesia intitolato "Il cuore nella scrittura". Hebe de Bonafini racconta come all'inizio fossero insicure, dal momento che erano semplici casalinghe e madri comuni - prima della scomparsa dei propri figli. Solo in un secondo momento sono riuscite a capire che la poesia è un mezzo di espressione efficace, tanto che, nel libro, ci sono piccoli pezzi della forza e del ricordo di ciascuna di loro. La personalità e la semplicità espressiva di Hebe le hanno permesso di avvicinarsi ad un pubblico che condivideva le sue parole e che attraverso di esse intuiva la sua esperienza. A conclusione dell'evento, è intervenuto con alcune letture Juan Octavio Prenz, oggi professore all'Università di Trieste, ma anche poeta e scrittore esiliato di origine argentina.

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