05/09/2003

UNA CONVERSAZIONE TRA ORTO E GIARDINO


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Chi ha la fortuna di avere un orto o un giardino in casa, non vorrebbe fare altro che trascorrerci tutta la giornata. Pia Pera ("L'orto di un perdigiorno. Confessioni di un apprendista ortolano") si fa portavoce della bellezza di questa natura domestica con Ippolito Pizzetti, inventore di paesaggi e giardini e autore di "Robinson in città. Vita privata di un giardiniere matto". Dialoga con loro Maria Antonietta Saracino.

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L'incontro con Pia Pera e Ippolito Pizzetti è senza dubbio uno di quelli che chiamano a raccolta un pubblico di appassionati, ovvero di persone che condividono una precisa, quanto profonda, passione. In questo caso si tratta del giardinaggio. Se l'autrice di "L'orto di un perdigiorno. Confessioni di un apprendista ortolano" vede nella cura dell'orto quasi una forma di ribellione o forse di fuga, un ritorno ad attività antiche non più riconosciute dall'economia di mercato, l'architetto milanese chiama in causa Goethe, Kant, Schelling e tutta quella tradizione romantica che fece della Natura uno dei punti cardine del proprio pensiero, a volerci dimostrare come il giardinaggio sia forse la più grandiosa delle forme d'arte, paragonabile perfino ad una composizione teatrale. Confrontandosi e commentando le due attività, la Pera e Pizzetti vogliono darci un messaggio preciso: il giardinaggio o la cura di un orto non sono, come si potrebbe pensare, un capriccio, un lusso emblematico di una società moderna che deve creare una natura in miniatura perchè su larga scala la distrugge, ma reali necessità dell'uomo.

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