07/09/2003
L'ARTE DEL BHARATA-NÂTYAM
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Il bharata-nâtyam è una danza antichissima: più che una danza, un linguaggio del corpo in cui occhi, mani, piedi esprimono ora la bellezza assoluta del movimento, ora l'intensità emotiva della narrazione di un racconto. Raghunath Manet, uno dei più importanti maestri della danza indiana maschile, rivelerà il significato e le movenze di «nritta» (danza pura) e di «nritya» (danza rappresentativa), dei gesti antichissimi di un'arte del corpo che risale al II secolo d.C. Lo intervista Vito Di Bernardi, docente di Storia della Danza e del Mimo all'Università di Siena.
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Raghunath Manet, l'eclettico danzatore indiano che ieri sera ha offerto al pubblico del Bibiena una straordinaria performance di tandava, oggi ha tenuto un incontro in cui ha illustrato la storia del bharata-natyam, una danza antichissima, spiegandone i fondamenti. Egli infatti, oltre che abile danzatore, è anche studioso e storico di quest'arte complessa, penetrata in Occidente solo agli inizi del secolo scorso. Il bharata-natyam si articola in tre parti fondamentali: la prima, tecnica, rigorosa, che richiede un grande sforzo fisico, la seconda, che utilizza i gesti delle mani, e una terza che dà voce a parole e frasi, accompagnandoli con l'espressione del viso. L'originalità del lavoro di Manet sta nel recupero dell'elemento virile di questa danza, conosciuta invece nel mondo occidentale quasi esclusivamente nella sua versione femminile. Dialogando con il pubblico, l'artista ha precisato che il suo intento è quello di assumere inizialmente la postura delle statue, per suscitare sentimenti, far sognare. Per lui, il vero danzatore non è un semplice interprete, bensì un creatore che agisce nel dialogo emotivo con i musicisti che lo accompagnano: influenza e viene influenzato dall'ambiente in cui danza. La parola danza, in India, è tradotta con un unico vocabolo che raggruppa il significato di danza, musica, letteratura, poesia. Il danzatore condivide con il pubblico tutte le espressioni dell'animo e della vita umana.