07/09/2003
Jonathan Franzen con Maria Teresa Carbone
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«Jonathan Franzen ha costruito un romanzo formidabile con la materia ricchissima che affiora dalla coscienza di un matrimonio, di una famiglia, di una cultura, la nostra» così Don De Lillo parla di "Le correzioni", diventato romanzo di culto per centinaia di migliaia di lettori. Introduce e dialoga con lo scrittore la giornalista Maria Teresa Carbone.
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Siamo abituati a vedere il «tutto esaurito» per gli incontri al Cortile della Cavallerizza, ma stavolta la gente è davvero tanta. Jonathan Franzen, l'autore di "Le Correzioni", de "La Ventisettesima città" e di "Come Stare Soli", incontra un pubblico enorme, il che, per un uomo così timido e schivo, è veramente una bella sfida. La parte del leone spetta ovviamente a "Le Correzioni", la grande saga familiare di cui molto della personalità e del vissuto dell'autore si espone al mondo. «C'è molta tristezza in questa storia», dice qualcuno del pubblico, e questo, secondo Franzen, è un bene, poiché la condivisione di stati d'animo simili aiuta chi li vive, «tra gente senza speranza ci si può divertire un sacco. Ciao amici!». Le domande dei presenti assumono subito un taglio particolare, pensato per dare spazio al protagonista dell'evento. Non sono interviste, ma spunti di riflessione su temi quali la solitudine e la difficoltà dei rapporti di famiglia. Spazio libero per chi, come l'autore, ama la potenza e il suono di una lingua ricca ed elaborata. Al termine dell'incontro la coda per gli autografi raggiunge proporzioni da migrazione biblica.