09/09/2004

Susan Vreeland 


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«Per me scrivere romanzi è il mio modo di far parte del mondo dell'arte e di dimostrare il mio amore verso tutto ciò che vedo e che è un'opera d'arte. Ed è anche un modo per far entrare tutte le persone che leggono (...) nella vita degli artisti e dell'arte in generale, sperando che poi diventi una parte importante della loro vita». Da "La passione di Artemisia" all'ultimo "L'amante del bosco", Susan Vreeland ha ritratto le vite eccezionali delle donne protagoniste della storia dell'arte. La incontra Gabriella Facondo, giornalista radiofonica.

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«8 anni fa ero gravemente ammalata e guardando i libri che ritraevano le opere di Michelangelo e degli impressionisti francesi sono sopravvissuta». Inizia con queste parole (pronunciate in italiano dalla stessa scrittrice) l'incontro che si è tenuto a Campo Canoa con Susan Vreeland, la scrittrice americana acclamata dalla critica per "La ragazza in blu" e "La passione di Artemisia". Accolta da un numeroso pubblico, la Vreeland si racconta e ci immerge nella sua infinita passione letteral-pittorica che va oltre lo scrivere e scioglie nell'arte ogni risentimento e paura che caratterizza i protagonisti dei suoi lavori, evocando lo spirito pulsante di quadri che ricalcano paesaggi perduti e dove il colore sono le sue parole. Nel futuro di Susan Vreeland potrebbe prospettarsi un lavoro no-art, un libro estraneo al suo consueto scrivere d'arte, un libro dove le incomprensioni che nascono tra uomini di razze diverse svaniscono contribuendo alla pace.

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