09/09/2004

SCRIVERE DI GUERRA PER UNA CULTURA DELLA PACE


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«L'odio è un sentimento indegno che non ha mai rappresentato nessuna terapia per i mali del mondo». Helga Schneider ha esordito nel 1995 con "Il rogo di Berlino", in cui racconta la storia della sua infanzia trascorsa a Berlino negli anni bui del nazismo. Da quel successo la Schneider ha rafforzato la convinzione che sia necessario continuare a scrivere per far comprendere, soprattutto ai più giovani, la necessità di difendere quotidianamente la democrazia e la pace. L'autrice di "L'usignolo dei Linke" dialoga con la giornalista Marina Valensise.

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Italiano
Prima di essere un'autrice, Helga Schneider è una testimone della storia. Dialogando con la giornalista Marina Valensise, riaffiorano i drammi e gli incontri che hanno segnato la sua infanzia: il distacco dalla madre, l'incontro con Hitler e la città Berlino durante e dopo la guerra. Tramite la testimonianza diretta dell'autrice, veniamo come catapultati in quel bunker angusto, rifugio segreto di Hitler nei suoi ultimi mesi di vita, dove Helga bambina stringe la mano al fuhrer mentre, parecchi metri di cemento sopra, Berlino è in fiamme. La scrittrice infine, alle nuove generazioni lancia un monito: create una cultura di pace che faccia sparire l'idea stessa della guerra.

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