10/09/2004

Bud Blumenthal


2004_09_10_110
Due spettacoli di danza ideati dal celebre coreografo per lo spazio del Teatro Bibiena.



1. LES SENTIERS D'ULYSSE Ulisse: un simbolo del destino, un eroe e un anti-eroe che si può seguire nelle pieghe nascoste della realtà e gli angoli nascosti della nostra esistenza... "Les sentiers d'Ulysse" è una tappa del lavoro fondato sull'opera di Joyce e sull'Odissea, un solo in cui Blumenthal prosegue la propria ricerca sull'integrazione tra danza e immagine, partendo dall'idea di un monologo interiore in movimento. 



2. 24 HAIKUS "24 Haikus" consiste in una serie di poemi coreografici, basati sulle caratteristiche tipiche che appartengono alle poesie haiku: la delicatezza, la tangibilità del momento, la risonanza della semplicità. Attraverso uno scivolamento leggero della struttura coreografica, un haiku succede all'altro e trasformandosi in una nuova entità diversa da quella precedente, crea un infinito processo di una serie in evoluzione.

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Italiano
Il numeroso pubblico che stasera è accorso al teatro Bibiena per assistere allo spettacolo del coreografo belga Bud Blumenthal ha accolto i due lavori con grande attenzione, in un'atmosfera silenziosa e con una sorta di stupefatta concentrazione. Il grande schermo collocato sullo sfondo del teatro, l'utilizzo dell'immagine video, lo straordinario gioco delle luci, le scelte sonore, l'equilibrio tra elementi puramente coreografici, esclusivamente fisici, coniugati ad un così massiccio utilizzo dei mezzi tecnologici per di più inseriti in un contesto architettonico completamente differente hanno certamente contribuito a catturare l'attenzione del pubblico immerso in una sorta di acquario abitato da creature animate dalla fluidità del movimento, dall'abilità di agire in assenza del rumore, privi di peso e persino di sforzo. Lo spettacolo si componeva di due parti distinte: una prima, "Les sentiers d'Ulysse", interpretata da un solo danzatore poneva al suo centro il tema del viaggio, inteso come percorso e non come meta, vissuto come impossibilità di scegliere una sola direzione, realizzato intorno ai modi stessi in cui il movimento si origina e si sviluppa, seguendo traiettorie, rallentamenti, mutazioni dei livelli spaziali. La seconda parte dello spettacolo, intitolata "24 Haikus", manteneva un potente apparato tecnologico coniugato però ad un movimento capace di esprimere un sentimento poetico, rarefatto e dilatato, proprio come avviene nei testi brevissimi della tradizione poetica giapponese.

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