11/09/2004

LA FILOSOFIA CHE TESSE GLI ESTREMI DELLA VITA


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Esiste un nesso tra filo del cucito e filo del pensiero: la mente crea il proprio pensiero come un filo, lo intreccia e lo compone come un tessuto, lo taglia e lo cuce come una stoffa. Nel cucire del pensiero c'è un principio di ordine, di collegamento tra le cose. E da questa opera di tessitura sono accomunate esperienze di ricerca filosofica poste all'estremo, come il lavoro di Giuseppe Ferraro con i ragazzi del carcere minorile di Nisida ("Filosofia in carcere") o quello di Francesca Rigotti sugli oggetti del quotidiano ("La filosofia delle piccole cose").

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Questa mattina alla Casa del Mantegna i filosofi Giuseppe Ferraro e Francesca Rigotti illustrano a tratti e citazioni una filosofia delle piccole cose che però tesse gli estremi della vita. Rigotti si è occupata di una filosofia degli oggetti quotidiani ma ha anche indagato il fertile ruolo della metafora, che fa apparire le cose e gli eventi nel momento stesso in cui li nasconde, trasportandoli in altre zone del pensiero. Ai suoi occhi la casa filosofica di Ferraro è 'Gemucklich', lontana dal ghiaccio logico delle speculazioni analitiche contemporanee e attenta a sensi e sentimenti, inseparabili dall'intelligenza umana e necessari per testimoniare l'arte del pensiero anche nelle realtà spesso dimenticate, come nel carcere minorile di Nisida. Ferraro conclude con la sempre più inflazionata ma ciò nonostante ancora piena di fascino riflessione sul dono donataci da Derrida. Il dono è dare qualcosa che non hai a qualcuno che non lo vuole. Qualcosa non in tua proprietà e che forse è davvero simile al racconto che è uno svelarsi, al sentire che è un disporsi all'altro e non solo restituzione di attenzione.

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