12/09/2004
IL PAESAGGIO E IL SILENZIO
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La nostra società non pratica il silenzio. Viviamo nel rumore, assediati da fragori, sollecitati da ritmi di vita assordanti, come se ciò fosse un modo di dimenticare la nostra condizione umana. Ma se poi ci immergiamo, anche per brevi pause, nel silenzio, isolandoci nei luoghi di natura che stanno fuori dagli spazi del rumore, scopriamo che il mondo che ci circonda, vive secondo il ritmo universale che riconduce ai misteri dello spazio e del tempo. Di questa riscoperta del paesaggio attraverso uno sguardo liberato dal frastuono del quotidiano, parlano Eugenio Turri, geografo, autore di "Il paesaggio e il silenzio", e il regista Franco Piavoli.
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Italiano
Riprendendo i punti salienti della sua recente pubblicazione "Il paesaggio e il silenzio" il geografo Eugenio Turri, docente al Politecnico di Milano, ha conversato con il pubblico del Teatro Bibiena e con il regista Franco Piavoli sulle diverse forme che il binomio paesaggio-silenzio può assumere. Quello che è emerso sia dalle parole dello studioso che dai numerosi interventi del pubblico è l'eterna contrapposizione tra città e campagna e il desiderio comune di ritagliare momenti in cui poter abbandonare il paesaggio artificiale e assordante in cui quotidianamente viviamo e spegnere i rumori (che spesso parlano di guerra) diffusi dai media. L'aspirazione sembra essere quella di un paesaggio che sia 'teatro visivo e sonoro', in cui il silenzio si alterna ai rumori della natura e libera lo spirito e la religiosità - a prescindere dalle differenti professioni religiose - insiti nell'uomo.