07/09/2006
AUTOMICROANTOLOGIA
2006_09_07_018
«Se oggi io dovessi dire, in breve, quale sia la pulsione profonda, non importa se conscia o inconscia, da cui è nata tutta la moderna poesia, questa modernità che ancora viviamo nella forma di una inesaurita e inesauribile anarchia, direi che tale pulsione è quella dell'anarchia. (...) E il problema di un poeta, oggi, rimane sempre per me (...) quello di trasformare l'impulso alla rivolta in una proposta di rivoluzione, e fare della propria miscredenza un progetto praticabile». Edoardo Sanguineti ripercorre cinquant'anni di attività poetica insieme all'italianista Niva Lorenzini.
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Italiano
Nell'ampio padiglione del Chiostro del Museo Diocesano si è tenuto l'incontro di Edoardo Sanguineti, presentato da Niva Lorenzini, intitolato dall'autore stesso "Automicroantologia": impresa disperata, secondo le parole della professoressa, che Sanguineti si autoantologizzi, viste le caratteristiche di proliferazione stilistica e tematica della sua arte variegata, la quale ha spaziato (e spazia tutt'ora) da lavori di scrittura, di saggistica, di drammaturgia all'insegnamento universitario e alla traduzione - il suo ultimo libro è un "Quaderno di traduzioni", tratte da Lucrezio, Shakespeare e Goethe, mentre il prossimo, previsto tra un mese, sarà una raccolta di tutte quelle dei classici. «Alla base di tutta la poesia moderna sta la pulsione all'anarchia» (anarchia culturale, ha precisato): questa è l'opinione dell'autore che, dando vita a un colloquio con la Lorenzini, ha citato l'attacco della lettura dantesca tenuta il giorno precedente e spiegato in che modo tale pulsione è rimasta nella sua versificazione, dalla sua prima raccolta - Laborintus il cui linguaggio, il 'labirintese', aveva lo scopo di far esplodere tutte le possibilità del linguaggio, di «verbalizzare il disordine in uno stato di esasperazione oltre il quale non si poteva andare» - fino ad oggi, in cui è impegnato nella stesura di poesia dalla struttura chiusa come quella dei sonetti.