07/09/2006
AMAZZONIA RESPIRO DEL MONDO
2006_09_07_054
«Il dizionario è considerato comunemente quello delle parole, ma è pur sempre limitato nel numero. Quello della foresta mi sembra illimitato, infinito, dove ci sono parole nuove». Marcia Theóphilo, poetessa brasiliana, è stata più volte candidata al Nobel per la Letteratura. Dal suo legame straordinario con l'Amazzonia - nato con i racconti dei grandi miti della foresta appresi dalla nonna paterna e rafforzato dai successivi studi antropologici sugli indios - scaturisce la forza profonda della sua poesia e il suo impegno ambientalista. La incontra Elia Malagò.
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Ha un vestito lungo, nero, ravvivato da una sciarpa verde e dai mille colori. Già dall'aspetto Marcia Teophilo esercita un incredibile fascino. Non saprei spiegare il perché, ma le mie impressioni sono confermate nel momento in cui la poetessa brasiliana prende la parola. La sua voce riempie lo spazio del Chiostro di San Barnaba trascinando il pubblico in un a sorta di vortice magico, che pulsa e respira del respiro del mondo. La voce di Marcia Teophilo è la voce dell'Amazzonia, di quel Brasile un tempo primitivo, incontaminato, oggi distrutto, il cui nome deriva dalla stessa natura; la sua origine etimologia è infatti 'ibirpitanga', ovvero 'legno rosso'. Marcia Teophilio dialoga con Elia Malagò, la quale definisce la poesia come traduzione e simbolo di ciò che avviene mentre avviene, aria che si fa respiro e parola. E corpo. La parola di Marcia Teophilo, che con forza di canto e denuncia ci trasporta agli alla sorgente di una mitica, panica cosmogonia, risuona in tutta la sua corporeità. Apprendiamo che con la sua arte Marcia ascolta la sua memoria e vi ricerca i significati e i suoni della parole del suo popolo; restituendo una memoria anche a noi, perché su questa si possa costruire un futuro. A tal proposito, si passa ad affrontare la più specifica attualità dell'Amazzonia, le promesse eluse dai potenti e la delusione scaturitane da parte di chi di quella natura è profondamente innamorato. Come Marcia Teophilo, la cui poesia - ecologia è proprio quella poesia di cui l'ambientalismo pragmatico odierno ha estremamente bisogno.