08/09/2006

LA PARODIA LETTERARIA


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Qual è lo stato dell'arte della parodia letteraria oggi in Italia? Per tentare di rispondere a questa domanda Bruno Gambarotta compie un rapido excursus, con ampie citazioni, fra i maestri della parodia italiana del Novecento, a cominciare da Edoardo Scarfoglio, passando per Edoardo Scarpetta, Paolo Vita-Finzi, Umberto Eco, Michele Serra, fino alle riscritture di best seller come "Il fagiano Jonathan Livingston", "La prozia di Celestino" e il recentissimo "Il codice gianduiotto".

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Bruno Gambarotta è seduto sul palco del chiostro del museo Diocesano da mezz'ora prima dell'evento e quando finalmente una maglietta blu lo introduce, confessa la sua trepidazione: «Mi sono commosso perché è il mio decimo Festival, ma è la prima volta che sono io il protagonista». Aiutato da Stefania Conte gentilmente concessasi alla lettura della versione originale, il giornalista torinese ci porta ad attraversare al galoppo un secolo di parodie rendendo omaggio ad alcuni dei maggiori parodisti del decenni passati. Gambarotta sottolinea come molti parodiati quali Carducci si siano lusingati dell'essere oggetto di tale attenzione, mentre D'Annunzio arrivò a sfidare a duello (rimanendo offeso ad un braccio) il suo parodista. Attraverso il Novecento si arriva al più recente esempio di letteratura parodistica che è quella delle guide turistiche con interi libri illustranti mappe, ristoranti, alberghi, usi, costumi e lingue di paesi immaginari, ma non troppo. Per finire il decano del Festival ammette di avere scritto parodie sotto pseudonimo e che l'idea dell'ultimo lavoro, "Il codice Gianduia", sia nata da un carteggio telematico con la casa editrice come risposta torinese all'ambiguità e alla ricerca spietata del complotto nel celebre libro di Dan Brown.

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