09/09/2006
CAMMINARE AD OCCHI CHIUSI
2006_09_09_132
Evento ripetuto
Wittgenstein diceva: «La mia mano sa più della mia mente». E alla memoria del corpo si affida questa passeggiata ad occhi chiusi, in cui, senza la guida della vista, ci si muoverà all'interno del parco di piazza Virgiliana cercando di abbandonarsi agli altri sensi, all'intuito, per scoprire l'importanza del buio. All'inizio e alla fine della passeggiata due momenti legati alla poesia: uno di lettura e preparazione, l'altro di rielaborazione della propria esperienza.
Wittgenstein diceva: «La mia mano sa più della mia mente». E alla memoria del corpo si affida questa passeggiata ad occhi chiusi, in cui, senza la guida della vista, ci si muoverà all'interno del parco di piazza Virgiliana cercando di abbandonarsi agli altri sensi, all'intuito, per scoprire l'importanza del buio. All'inizio e alla fine della passeggiata due momenti legati alla poesia: uno di lettura e preparazione, l'altro di rielaborazione della propria esperienza.
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Italiano
Con gli occhi chiusi i bambini si calano nel mondo della fantasia e cancellano ciò che non vogliono vedere della realtà. Il contatto con i bambini napoletani ha fatto nascere in Riccardo Dalisi l'idea di sperimentare il mondo ad occhi chiusi. È il mondo della trasparenza che tende al buio, al nulla. Imparare a camminare ad occhi chiusi secondo Dalisi è terapeutico, permette di essere a tu per tu con il proprio corpo, insegna a guidare se stessi senza sforzo. All'inizio si va necessariamente un po' storti, come del resto sempre avviene nella vita. A poco a poco si impara a vedere senza guardare, a percepire abbandonarsi all'intuito degli altri sensi.