10/09/2006

Lawrence Block con Paolo Zaccagnini


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Lawrence Block è uno degli autori che hanno fatto la storia della letteratura poliziesca americana. Dal suo esordio, avvenuto alla fine degli anni Cinquanta, Block si è mosso con agilità tra i codici della letteratura di genere, alternando il thriller alla spy story e all'hard boiled, il poliziesco più muscolare e metropolitano che rappresenta lo scenario preferito delle storie del detective Matthew Scudder, senza alcun dubbio il suo personaggio di maggiore notorietà e successo. Con l'autore di "È tempo di uccidere" dialoga il giornalista Paolo Zaccagnini.



L'evento 240 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente il suo svolgimento era previsto presso Campo Canoa.
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Se scrivesse un libro di cucina, i librai lo metterebbero comunque sullo scaffale dei gialli. Il nome di Lawrence Block, infatti, è legato indissolubilmente alla crime story, e i suoi personaggi, il detective Matthew Scudder in testa, sono diventati quasi leggendari. Nella chiesa di Santa Paola si sono radunati i suoi 'adepti', un pubblico appassionato e pronto a tartassarlo di domande sul suo lavoro di scrittore. Mai pensato di far morire un personaggio che lo ha annoiato? No. Piuttosto manderebbe in pensione quelli che invecchiano di romanzo in romanzo. Si parla dei protagonisti più celebri dei suoi romanzi, ma anche delle invenzioni più recenti: Keller, il sicario con frequenti crisi di coscienza, o Bernie Rhodenbarr, ladro gentiluomo che studia Spinoza e cita Kipling. Sono tante le storie che Block ha scritto in cinquant'anni d'attività e, si vanta ironicamente lo scrittore, sono ancora di più quelle che ha ispirato a chi, leggendo i suoi romanzi, pensa: «I can do better than this», posso fare meglio di così.

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