05/09/2007

INTORNO A EMILIA SALVIONI


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con letture di Nicoletta Maragno
 «Io ero molto fiera e piena di bellicosi propositi, rinunciai quindi alle profferte del buono e bravo editore e volli scrivere a modo mio ch'era, credevo, un modo indipendente e personale». Emilia Salvioni è stata una tra le più prolifiche scrittrici italiane della prima metà del secolo scorso. Ha frequentato generi letterari diversi, dal romanzo di analisi sociale e d'introspezione psicologica ("Danaro") al giallo ("Gli uomini sono cattivi"), dall'indagine della situazione femminile ("Carlotta Varzi S.A.") al romanzo sentimentale. In questa conversazione a più voci si vuole offrire un ritratto sfaccettato di questa scrittrice versatile e troppo presto dimenticata.
 In collaborazione con il Comune di Pieve di Soligo. Seguirà all'evento un piccolo rinfresco. 

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Italiano
Emilia Salvioni fu personaggio semplice e complesso contemporaneamente. Semplice nel seguire le tipiche pulsioni umane fatte di insoddisfazioni, di piccole rabbie quotidiane, di quel senso di incompiuto. Ma allo stesso tempo sottile, sensibile, capace, come solo pochi altri, di oltrepassare la soglia della superficialità quotidiana per approdare in quel mondo dove le cose che accadono sono collocate al di là della loro natura fisica e, osservate staccate dal contesto, assumono proporzioni fantastiche e surreali fino ad estendersi oltre il limite spazio-temporale che esiste solo dentro di noi. Ribelle nel proprio mondo e timida in quello reale, si rivela un'autrice tutta da scoprire ed approfondire e grazie all'attenzione di alcuni studiosi avremo la possibilità di ritrovarla in libreria. Non perdete questa occasione! Emilia Salvioni è stata una scrittrice acuta e malinconica della prima metà del Novecento. La sua figura e le sue opere sono tornate alla luce principalmente grazie ad Antonia Arslan, che le dedicò la tesi di laurea e che, in seguito, ha dato vita ad un progetto di recupero dei suoi romanzi e dei suoi carteggi, supportata anche dall'Aida, l'associazione italiana dirigenti d'azienda. La personalità e la vita della scrittrice possono essere ricostruite attraverso le sue opere, per lo più autobiografiche, come "Intanto Erminia", sulla vita della sua governante,"Lavorare per vivere", "Angeliche colline", "Carlotta Varzi S.A.". In tutti i suoi scritti è possibile cogliere la solitudine, che la accompagnò fin da bambina, quando rimase orfana della madre. Si rifugiò quindi nella lettura, anche dei numerosi libri scientifici del padre, professore di statistica, e sebbene il contenuto fosse ostico, stimolava comunque la sua fantasia. Accortasi di non riuscire ad integrarsi con gli altri bambini, preferì trasferirsi in una realtà fittizia, dove poter vivere le proprie silenziose tragedie. La sua infanzia, sebbene solitaria, viene spesso ricordata dalla scrittrice come un periodo felice, scandito da eventi festosi, come il rito del bucato, che coinvolgeva tutte le donne della casa, oppure la processione pre-pasquale, quando i frati la vestivano da angelo (come scrive in "Angeliche colline"). La sua è una fotografia del passato, con lo scopo di farlo rivivere. La sua vita fu contraddistinta anche da una forte ribellione nei confronti del padre, uomo severo e dispotico, che la condizionò profondamente, costringendola a scelte non sentite (come l'abbandono del giornalismo). Fu una donna frustrata rispetto alle aspettative della vita, sfiduciata nei confronti dell'amore, che per lei non era romantico, ma solo travolgente, e mai soddisfatta delle sue opere, sebbene ottenessero un discreto successo. Frequentò molti intellettuali dell'epoca, che non esitò a criticare, giudicandoli troppo arroganti e servili e tra i quali, come le accadeva da bambina con il gruppo di amici, non si sentì mai integrata. La Salvioni utilizzò l'evasione nella fantasia per difendere la propria autonomia. Nell'elzeviro "Contessa", la scrittrice narra di una donna che vuole sostenere il proprio decoro e il proprio stile, rifiutando la volgarità e le imposizioni (è un personaggio in cui si identificò molto). Carlo Caporossi ha curato la riedizione del romanzo "Carlotta Varzi S.A.", che fu davvero innovativo per l'epoca in cui fu scritto (siamo nella prima metà del Novecento). È la storia di una donna che rileva l'attività del padre, diventando imprenditrice suo malgrado. Carlotta in realtà avrebbe voluto fare la maestra, così come la Salvioni desiderava diventare giornalista. Ritroviamo anche in questo romanzo molti elementi che ci permettono di approfondire degli aspetti della vita della scrittrice. Carlotta, come Emilia, si condanna a vivere un'esistenza senza poesia. I dialoghi sono crudi e serrati, ad esprimere le illusioni infrante (nel suo diario la Salvioni scrive che «nasciamo per disilluderci continuamente»). Carlotta è la trasposizione letteraria di Emilia, anche se al suo personaggio la scrittrice fa conoscere la passione d'amore, in grado di liberare lo spirito, e che invece mancò nella sua vita. Emilia Salvioni è stata una scrittrice innovativa ed anticonformista, un personaggio complesso e ancora molto attuale.

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