06/09/2007

LA GUERRA INFINITA


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Il primo scontro tra Oriente e Occidente avvenne duemilacinquecento anni fa, quando una coalizione di piccole città greche si oppose alla Persia di Serse. Nei secoli successivi, proprio quelle battaglie sono state portate ad esempio da tutti coloro che, nelle varie epoche, hanno soffiato sul fuoco del conflitto di civiltà per giustificare una nuova guerra. Ma si possono davvero trovare in secoli così lontani chiavi di lettura efficaci per spiegare la contrapposizione che continuamente si rinnova tra noi e l'Oriente? Tom Holland, autore di "Fuoco persiano", ne parla con lo storico Luciano Canfora.

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Tom Holland, l'autore protagonista di questo evento, ha subito conquistato il numeroso pubblico con il suo stile vivace e brillante, e con la frase, pronunciata senza bisogno del traduttore: «Mi dispiace di dover parlare in inglese». Per rispettare i tempi, purtroppo, è stato necessario; ma questo breve incipit aveva già dimostrato il suo interesse e la sua disponibilità verso gli ascoltatori. Nel corso della discussione tra lo scrittore e lo storico Luciano Canfora molti interessantissimi temi sono stati toccati: i diversi modi in cui si può raccontare la storia, il rapporto tra gli eventi storici e le testimonianze o i documenti che a noi pervengono, il comportamento di vinti e vincitori nelle guerre tra Persiani e Greci, i modelli del passato che, ereditati, formano la consapevolezza della nostra realtà presente. Poi, forse confuso dalla molteplicità degli argomenti trattati, il pubblico ha posto la domanda sul tema chiave dell'evento in modo più chiaro: è possibile, insomma, far risalire la continua contrapposizione tra Oriente ed Occidente a quell'antico scontro tra Greci e Persiani? Prende la parola Luciano Canfora: per lui, in effetti, non hanno senso le definizioni stesse di 'Oriente' ed 'Occidente', sempre legate al contesto storico. Secondo lo storico le ideologie e le definizioni prestabilite «Sono dei fatti. Dobbiamo capirli, studiarli, e liberarcene». Una cosa è certa: il dibattito, grazie alle differenti opinioni presentate, ha dato spunto al pubblico per discutere anche una volta conclusosi l'evento. Segno che di certo, per le domande che si sono fatte, non esiste una sola risposta. Metti una mattina nuvolosa, uno scrittore inglese che ha ricevuto un premio come individuo che ha fatto di più per promuovere lo studio della lingua letteratura e civiltà dell'antica Grecia e dell'antica Roma, e un ordinario di Filologia greca e latina presso l'Università di Bari, e si potranno scoprire le radici dello scontro ideologico (e non solo) tra Oriente e Occidente. Si potrà anche assistere al sempre attuale dibattito tra storia e letteratura. Tom Holland, autore di "Fuoco Persiano. Il primo grande scontro tra Oriente e Occidente" e Luciano Canfora, scrittore di tanti saggi storici, tra cui "Esportare democrazia. Il mito che ha fallito", discutono della guerra tra la Grecia e l'Impero persiano quando, 2500 anni fa, una coalizione di piccole città greche si oppose alla Persia di Serse. Queste battaglie possono essere considerate oggi come chiave di lettura dell'attuale e rinnovato conflitto tra Oriente e Occidente? Si può caricare di un forte peso simbolico una battaglia come quella di Maratona e considerarla come la genesi ideologica di tutti i futuri contrasti tra due metà del mondo? La battaglia delle Termopili deve essere considerata come l'inizio della vittoria greca contro i persiani, avvenuta poi a Salamina, o come l'umiliante sconfitta subita dall'esercito persiano nei confronti di quello ellenico? A partire da queste premesse Holland spiega come l'intento del re Dario di conquistare la Grecia e di incorporarla all'impero persiano, possa essere considerato un tentativo ideologico prima e strategico poi, per ottenere il controllo di tutti quegli 'stati terroristi' greci che davano non pochi problemi ai confini. Inoltre, gli attuali stati islamici fondamentalisti sono i diretti discendenti del modello teocratico dell'impero persiano ai tempi di Dario. D'altro canto, anche i greci non comprendevano le ragioni persiane, gli orientali erano visti semplicemente come barbari oppressori a cui contrapporre il loro sistema di idee e valori basati sulla democrazia e sulla libertà. Si poteva già parlare allora di guerra santa, di contrapposizione tra modello democratico e impero teocratico? Quella dei greci era dunque una guerra ideale e nobile contro gli oppressori? Siamo eredi di questa antica contrapposizione tra bene e male, tra valori giusti o sbagliati? Sarebbe davvero strano e immaturo credere di fondare le lotte moderne sulle contraddizioni del passato. «È giusto studiare la storia di questi accadimenti, ma è più sano prenderne le distanze», ha obiettato Luciano Canfora. Evitiamo che i contrasti tra storici e scrittori fomentino i conflitti ideologici.

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