06/09/2007

PAROLE INUTILI, PAROLE VERE. IL BISOGNO DI DON MILANI


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«Svegliare una coscienza in modo che si liberi dall'inerte sottomissione alle grettezze familiari, ai pregiudizi del gruppo, ai miti della cultura dominante, fino a costituirla autonoma e fiduciosa di fronte al proprio destino (...) è proprio questa l'intuizione creativa di don Milani» (Ernesto Balducci). Guido Tallone, formatore del Gruppo Abele, e Agostino Burberi, uno dei primi ragazzi per cui don Milani fondò la sua celebre scuola e vicepresidente della Fondazione Milani, portano un ricordo del priore di Barbiana a quarant'anni dalla scomparsa.

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A Campo Canoa c'è Agostino Burberi che inizia il suo intervento nell'attesa che il suo interlocutore, bloccato nel traffico, arrivi. Agostino Burberi è stato allievo di Don Milani ed è qui a parlarne proprio nel quarantesimo anniversario della sua scomparsa. Don Milani è stato sacerdote, impegnato nella scuola tanto quanto nel sociale, risoluto, preciso, che è riuscito a sintetizzare quella visione del mondo trasmessa poi ai suoi ragazzi di Barbiana col motto «I care» («Mi sta a cuore»). Don Milani, che incontrò problemi con le gerarchie ecclesiastiche, che intese l'insegnamento come veicolo per evangelizzare e trasmettere il senso della legalità e il criterio dell'obbedienza, che amò i suoi studenti più del suo Dio. Questo stesso Don Milani che certamente non avrebbe voluto essere celebrato, né ciecamente emulato, ma considerato. Ricordato per i suoi scritti e le sue opere affinché se ne possano trarre oggi quegli insegnamenti ancora validi oggi. Del resto quella 'C' di 'I care' può essere ancora declinata in molti modi, e a suggerircelo è Guido Tallone, sindaco di Rivoli, giunto finalmente sotto il tendone dell'evento. Parole come cultura, consapevolezza critica, coerenza, conoscenza, tutte volte alla ricerca della verità. E la verità passa anche nei numeri, non solo nei valori. Servono dei punti di riferimento stabili per muovere una critica o proporre una soluzione. Bisogna saper essere qualcuno, un insegnante, un politico, e non solo cercare di sapere come fare. E. quando non si sa come, bisogna saper essere umili e rivolgerci a chi può aiutarci, senza vergogna. Anche Don Milani lo faceva, e il suo gesto rimane un insegnamento indelebile.

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