07/09/2007

Ildefonso Falcones con Bruno Gambarotta


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«Ho pensato di scrivere sulla mia città, Barcellona, risalendo al suo secolo di splendore, il 1300, quando era regina dei mari». Da un sentimento profondo della propria città, alimentato da un'attenta ricerca storica e sociale, nasce la trascinante forza narrativa di Ildefonso Falcones, che con "La cattedrale del mare" ha saputo conquistare il pubblico di tutta Europa senza ricorrere alle facili scorciatoie del romanzo esoterico. Lo incontra Bruno Gambarotta.

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Il romanzo di Ildefonso Falcones ambientato nella Barcellona del 1300 narra la costruzione della Cattedrale di Santa Maria del Mar e parallamente le vicende di Arnau, giovane che attraverso varie peripezie cresce sia dal punto di vista sociale che da quello personale e spirituale. Sulla scorta delle domande di Bruno Gambarotta, Falcones introduce l'evento chiarendo che la cattedrale non rappresenta un'allegoria della contrapposizione della catalanità all'ispaniolità. La Catalogna ha delle caratteristiche proprie, delle peculiarità uniche e, così come la cattedrale gotica del romanzo, è ampia, stilisticamente pura, con come maggiore ornamento la luce del sole. La cattedrale, tutta rivolta alla Vergine venerata con il titolo di Santa Maria del Mare richiama la famiglia catalana, stretta attorno al focolare casalingo. Nessuna rivalità, quindi con la Spagna, ma soltanto differenziazione. In merito ai temi dell'uomo e della sua sottoposizione al destino ed alla servitù, l'autore ha evidenziato che tutti dobbiamo sottostare ad alcune servitù; quelle descritte nel libro, riferite ai ceti più umili, sono storicamente corrette, così come tutte le connotazioni riferite all'epoca di ambientazione. Su questo punto Falcones ha rilevato come il lettore abbia il diritto, quando legge un romanzo storico, di avere a disposizione un contesto storico ineccepibile, pur in presenza di una trama di fantasia. Nel romanzo si tratteggia anche la condizione femminile, particolarmente gravosa all'epoca; ne escono ritratti di personaggi splendidi, anche se tragici. Gambarotta sottolinea come nel libro vengano descritte con dovizia di particolari l'Inquisizione e le comunità ebraica e musulmana, realtà fondamentali nella Barcellona del 1300. Rispondendo ad un'ultima domanda sulle fonti storiche del libro, Falcones ha richiamato la "Cronica di Pietro III il Re Misericordioso", un meraviglioso affresco sull'epoca. A questa ha affiancato ricerche sugli stili architettonici e le tecniche di costruzione, sul modo di vestire, sulla cucina, sulla vita quotidiana. Un grande romanzo storico, ha concluso Gambarotta, che per la cura della ricerca ed il rigore storico formale, può giustamente essere accostato ai Promessi Sposi.

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