09/09/2007

ELEMENTI DI ECONOMIA DOMESTICA PER SIGNORINE DI BUONA FAMIGLIA DECADUTE


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L'autrice di "Lourdes" e "Cuore di mamma" svela la sua segreta passione di collezionista di manuali di comportamento dedicati alle giovani di nobili natali e ripercorre con ironia le regole dettate dal buon gusto durante i secoli, proponendo letture, commenti, confronti in un monologo... edificante.

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Italiano
Ironia, passione e commozione si sono alternate al Teatro Bibiena con Rosa Matteucci, che ha raccontato ad un pubblico attento e partecipe le vicende che l'hanno portata a diventare una scrittrice. Nata nel 1960 da una famiglia nobile dell'aristocrazia terriera di Orvieto, tutta presa in etichette, ruoli e tradizioni ormai stantie, l'infanzia di Rosa subisce un improvviso scossone quando nel 1969 l'azienda agricola di famiglia, da tempo in difficoltà economiche, fallisce e tutti i beni mobili ed immobili vengono messi all'asta dal tribunale per pagare i numerosi creditori. La vita di Rosa cambia repentinamente e la famiglia si trasferisce a Venezia, meta scelta dal padre, accanito giocatore del casinò. A Venezia le settimane si alternano, con andamento che Rosa Matteucci definisce schizofrenico, tra soggiorni al Danieli e pranzi al Cipriani e giorni a pane ed acqua, il tutto scecondo le vincite al gioco del padre. Padre, che non si fa scrupolo a prendere i soldi dal salvadanaio di Rosa o fondere i suoi piccoli ori, alla continua ricerca di denaro per soddisfare le sue passioni. Rosa Matteucci e la sua famiglia lasciano nottetempo Venezia per sfuggire ai creditori del padre e tornano ad Orvieto, in una piccola casa in affitto limitrofa a quella che fino a pochi anni prima era la lussuosa villa nobiliare del casato. Qui in un'atmosfera surreale, lei povera ma pur sempre contessina, e per questo malvista dagli altri ragazzi che godono della sua condizione di nobile decaduta, Rosa Matteucci si rifugia nella lettura dei classici ottocenteschi. Dopo la laurea, Rosa Matteucci trova un prestigioso lavoro a Roma al Quirinale, dove rimane fino al 1992 quando, unica priva di raccomandazione tra tanti aspiranti ad un posto fisso, viene licenziata. Senza lavoro e con pochi soldi in tasca si dedica per tre anni alle cure del padre malato di cuore. Improvvisamente nel 1996 il padre, in seguito ad un incidente stradale e a causa di errate cure mediche, muore. Durante la cerimonia funebre Rosa Matteucci nota una statua della Madonna di Lourdes e decide, lei che fino al quel momento era stata totalmente disinteressata alla religione, di andare nel paesino francese per «litigare con Dio» che le ha rubato il padre. Parte come volontaria dell'Unitalsi e a Lourdes, improvvisamente ed inaspettatamente sente quello che definisce «l'abbraccio di Dio»; sulle prime non riesce a capire, ma una volta tornata a casa e dopo lunghe riflessioni comprende: quel sentimento nuovo che sente è la fede. Decide così di scrivere la storia della sua strana vita, delle peripezie che l'hanno portata a ricevere il dono della fede: è il 1998 e viene pubblicato "Lourdes". Inizia la carriera letteraria di Rosa Matteucci, definita da Carlo Fruttero «il più grande scrittore italiano contemporaneo». Il teatro Bibiena gremito, si abbassano le luci e si inizia leggendo un messaggio che Carlo Fruttero, non presente al festival, ha inviato... dicendo di Rosa Matteucci che è una che scrive davvero, una che non si può leggere distrattamente, una che usa un lessico normale con qualche punta di febbre, qua e là, una singolare manovratrice di autori quali Céline, Beckett o Bergman. Una coperta di lana, di quelle che le nonne facevano con gli scarti, variopinta e morbida, dà il via al racconto del suo romanzo "Lourdes", il racconto autobiografico di figlia non voluta, di 'bambina martire' di una famiglia decaduta, di giovane donna la cui ostinazione di esserci l'ha fatta sopravvivere allo sfascio della sua famiglia ed alle stranezze del 'fantascientifico' padre, buzzurrotto ingegnere, giocatore al casinò, capace di bruciarle il ciuccio, romperle il salvadanaio rubandone il contenuto ed infine di vendere i piccoli gioielli di adolescente. Un'ironia amara, la sua, nel tratteggiare la propria vita 'difficile' sino alla Grazia dell'incontro con Dio; «sono stata visitata dall'amore di Dio» afferma durante il viaggio a Lourdes, «da allora la mia vita è cambiata, sono diventata scrittrice... questo mi ha permesso oggi di stringervi tutti in un abbraccio, spero l'abbiate sentito». Il silenzio del teatro si rompe in un lungo e caldo applauso, semplicemente, grazie.

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