04/09/2008

IL RAGAZZO E IL GENERALE


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«Il soldato non è più soltanto un guerriero, un tecnico, una spia dell'Intelligence. Spesso è un precario fra mercenari a partita Iva (...). Capire, dall'interno, come sono cambiati i 'professionisti della sicurezza' significa anche comprendere i rischi che corriamo. Tutti». Fabio Mini è stato Capo di stato maggiore del Comando Nato delle forze alleate Sud Europa e al vertice della Kfor in Kosovo. I suoi libri - "La guerra dopo la guerra" e "Soldati" - raccontano come sono cambiati gli scenari della guerra, l'identità e il ruolo di chi la combatte. Lo intervista Paolo Marchiori, uno dei giovani volontari del Festival.

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Italiano
Un ragazzo, Paolo (l'intervistatore), e un vecchio generale, Fabio Mini, l'intervistato: ecco come si presenta lo scenario dell'evento 26 "Il ragazzo e il generale". Fabio Mini, generale in pensione con grandi esperienze alle spalle, è a tutt'oggi impegnato in attività di sostegno umanitario (ha fondato "Peace generation"); tuttavia, stuzzicato dalle continue e variegate domande di Paolo, ha recuperato il suo vecchio ruolo e ci ha introdotto la tematica della guerra e dei suoi scenari. Il 'vecchio generale' ci ha illustrato il ruolo che l'informazione detiene in ambito bellico e ci ha spiegato come l'Unione Europea si occupi della difesa e della sicurezza dei Paesi da lei rappresentati. L'evento si è concluso, analizzando il concetto di vittoria nella società passata e in quella attuale, nonché affrontando il tema dei soldati semplici, delle loro differenze, dei loro interessi e di come solo pochi di loro vogliano arrivare ai gradi alti della gerachia militare allo scopo di migliorare ciò che gli sta attorno.

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