04/09/2008

UN MONDO AL CONTRARIO


2008_09_04_045
Nel suo ultimo romanzo Abdourahman A. Waberi inventa un mondo alla rovescia, dove la ricca, moderna e potente federazione degli Stati Uniti d'Africa, con le sue metropoli, i suoi centri finanziari, le sue organizzazioni umanitarie, mal sopporta un'Europa e un'America dilaniate dalle guerre etniche, segnate dalla miseria e dalle malattie, che scaricano ogni giorno sulle coste africane centinaia di disperati, dalla pelle bianca e dai vestiti laceri, in cerca di futuro. Di Stati Uniti d'Africa e degli altri suoi libri lo scrittore nato a Gibuti dialoga con la studiosa Itala Vivan. 

English version not available
Italiano
Francese
"Stati Uniti d'Africa". È la stanchezza, il caldo, o veramente è questo il titolo del libro? La provocazione di Abdourahman Waberi non può passare inosservata. Palazzo D'Arco, ore 18.15, Itala Vivan introduce il quarantatreenne scrittore nato a Gibuti, di cultura somala, come ama sottolineare, ma vissuto in Francia e Stati Uniti. Ed un romanzo in cui l'Africa è il paese ricco ed agiato ai cui confini premono disperati gruppi di occidentali dalla pelle bianca e i vestiti laceri, provenienti dalle lande aride dell'Europa, non può che sorprendere e provocare la prima domanda: «Questa idea di capovolgimento è stata una sorta di 'vendetta' nei confronti dei popoli occidentali?». Waberi sorride e racconta come in realtà tutto sia frutto di due fattori: la voglia di studiare l'identità di una ragazzina adottata, nata in un paese di guerra e violenza e cresciuta invece nella ricchezza da una parte; la voglia di 'surreale', di abbandonare la vena realistica che aveva caratterizzato i suoi scritti negli ultimi anni dall'altra. E così ecco il ribaltamento. Maya, la protagonista del romanzo, proviene dalle favelas di Zurigo e viene adottata, bambina dalla pelle bianca tra visi scuri, da una famiglia di Asmara, una Manhattan dei giorni nostri. Una storia d'identità perduta, un viaggio al contrario nel Mediterraneo che butta l'Europa nella catastrofe con un colpo di penna, ma che soprattutto mette noi europei davanti allo specchio, mostra il volto umano del fratello e ci fa capire quanto il destino sia una componente fondamentale della nostra vita.

1Luoghi collegati